Marghera perde la linea marittima diretta con l’Asia di Ocean Alliance
La Ocean Alliance di cui fanno parte i vettori marittimi Cma Cgm, Cosco Shipping Lines, Evergreen Line e Orient Overseas Container Line (Oocl) ha reso nota la programmazione delle proprie linee a partire dal prossimo mese di aprile nella quale risulta essere stato escluso il porto di Venezia. Confermati invece gli scali al Psa Genova […]
La Ocean Alliance di cui fanno parte i vettori marittimi Cma Cgm, Cosco Shipping Lines, Evergreen Line e Orient Overseas Container Line (Oocl) ha reso nota la programmazione delle proprie linee a partire dal prossimo mese di aprile nella quale risulta essere stato escluso il porto di Venezia. Confermati invece gli scali al Psa Genova Prà di Genova, al LSCT di La Spezia e al Trieste Marine Terminal di Trieste.
Più precisamente Marghera è stata esclusa dagli scali previsti nella rotazione della linea AEM6, che manterrà invece le toccate in Adriatico a Koper, Trieste e Rijeka. Sempre sulle rotte fra Asia e Mediterraneo confermati anche gli scali della rotazione AEM1 a Genova e a La Spezia. Il capoluogo ligure è inserito anche nel servizio AEM2 sempre tra Far East e Mediterraneo.
Per quanto riguarda poi le linee transatlantiche risulta confermato anche il servizio Mena che collega Europa e Stati Uniti toccando in Italia i porti di Genova e La Spezia.
Più in generale la Ocean Alliance impiegherà in tutti i suoi collegamenti marittimi circa 320 portacontainer, per una capacità di stiva complessiva pari a 3,76 milioni di Teu, rispetto a circa 330 navi per una capacità di 3,8 milioni di Teu nella precedente programmazione.
Le ragioni che hanno portato all’esclusione del porto di Marghera dai servizi diretti fra Asia e Mediterraneo di Ocean alliance non sono state rese noti ma è probabile che la delicata questione dei pescaggi, che limitano l’ingresso delle grandi navi in laguna, abbia avuto un ruolo importante nelle scelte dei vettori marittimi.
Nel 2019 il porto di Venezia ha già subito un calo dei Teu movimentati pari al 6% e questa flessione rischia di aumentare nell’anno in corso.
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