Esordio ferroviario per Vado Gateway con un treno verso Rubiera
Vado Gateway, il nuovo terminal container di Vado Ligure gestito da Apm Terminals e di fatto già operativo sul mercato dopo la toccata sperimentale di una prima nave inserita nel servizio Me2, ha visto partire anche il primo treno container diretto all’hinterland. Più precisamente, secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY, si è trattato del primo […]
Vado Gateway, il nuovo terminal container di Vado Ligure gestito da Apm Terminals e di fatto già operativo sul mercato dopo la toccata sperimentale di una prima nave inserita nel servizio Me2, ha visto partire anche il primo treno container diretto all’hinterland.
Più precisamente, secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY, si è trattato del primo convoglio ferroviario di prova carico con 40 contenitori in importazione di Maersk Line attesi a Rubiera, in provincia di Reggio Emilia.
A gestire il servizio è stata Logtainer, multimodal transport operator genovese che da sempre privilegia il trasferimento dei container utilizzando il treno. A partire dalla prossima settimana saranno effettuati da Vado Ligure, sempre grazie a Logtainer, treni container con partenze regolari da e per Milano, Padova e, appunto, Rubiera.
L’impegno dichiarato del terminal Vado Gateway è quello, a regime, di trasferire via treno il 40% dei container imbarcati e sbarcati dalle navi. Un impegno che ad oggi pare difficilmente raggiungibile stando alle condizioni attuali delle infrastrutture ferroviarie. Gudio Porta, amministratore delegato dell’impresa ferroviaria FuoriMuro e di Ilog, in occasione dell’ultimo convegno dedicato ai porti liguri organizzato a palazzo San Giorgio, ha detto: “Per la piattaforma di Vado Ligure ripropongo l’utilizzo del nostro sistema di movimentazione orizzontale dei container sui treni Metrocargo che costerebbe 12 euro per ogni singolo movimento rispetto ai 18/20 euro di altre tecnologie”. Porta però ha aggiunto: “Attualmente al terminal di Apm ci sono solo tre binari non utilizzabili. Con Metrocargo si potrebbe arrivare a fare 13 coppie di treni al giorno, un risultato altrimenti non realizzabile”. Al contempo il numero uno di Ilog ha promosso anche lo scalo di Novi San Bovo come piattaforma retroportuale per la formazione e il rilancio di treni lunghi o l’integrazione di convogli diversi.
Scettico sull’utilizzo attuale della ferrovia al servizio del nuovo terminal container di Vado Ligure è parso anche Alessandro Berta, direttore dell’Unione Industriali di Savona, che ha sottolineato come “ci siano oggi due scambi da azionare e un cancello da aprire manualmente alle spalle del terminal per fare i treni”.
Nicola Capuzzo
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