Il dry bulk prova a invertire la rotta
Per cinque sessioni consecutive l’indice Baltic Exchange che rappresenta l’andamento del trasporto marittimo di rinfuse secche è cresciuto e questa è già una notizia se si considera che da diverse settimane stava sprofondando. È ancora a livelli molto bassi ma negli ultimi giorni è salito di 15 punti (+3,2%) tornando ad avvicinarsi a quota 500. […]
Per cinque sessioni consecutive l’indice Baltic Exchange che rappresenta l’andamento del trasporto marittimo di rinfuse secche è cresciuto e questa è già una notizia se si considera che da diverse settimane stava sprofondando. È ancora a livelli molto bassi ma negli ultimi giorni è salito di 15 punti (+3,2%) tornando ad avvicinarsi a quota 500. Il capesize index è ancora in territorio negativo (-232) ma è comunque risalito, seppure di poco, rispetto ai minimi fatti registrare fino alla scorsa settimana. “Il peggio potrebbe essere passato per le grandi navi portarinfuse” ha scritto in un report la società di brokeraggio navale Farnleys mercoledì scorso. “Le rate di nolo giornaliere ancora non sonno cambiate da una settimana all’altra ma si respira un sentiment più ottimista e i carichi dall’Asia stanno tornando a crescere”. Le navi classe Capesize in questo periodo spuntano appena 2.735 dollari a giorno di nolo, un valore per cui chi le opera è costretto a farle viaggiare in perdita, e non a caso chi può (ad esempio perché di età avanzata) preferisce dismetterle mandandole in demolizione. Lo ha fatto nei giorni scorsi la Aby Holding partecipata dall’italiana Augustea Atlantica con riferimento alla nave Abml Grace.
Poco meglio se la passano le navi Panamax bulk carrier il cui indice è salito questa settimana del 4,6% raggiungendo 755 punti che in termini reali significano noli giornalieri da 6.800 dollari sul mercato spot.
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