Container dalla Cina: gli effetti del calo arrivano nei porti italiani
Genova – Da questa prima settimana di marzo, e per alcune settimane, gli effetti della netta riduzione dell’export di container dalla Cina per effetto del Coronavirus inizieranno a farsi sentire nei porti italiani. In primis sullo scalo di Genova, uno dei più ‘esposti’ ai traffici con l’Estremo Oriente, ma anche su La Spezia, Napoli, Trieste […]
Genova – Da questa prima settimana di marzo, e per alcune settimane, gli effetti della netta riduzione dell’export di container dalla Cina per effetto del Coronavirus inizieranno a farsi sentire nei porti italiani. In primis sullo scalo di Genova, uno dei più ‘esposti’ ai traffici con l’Estremo Oriente, ma anche su La Spezia, Napoli, Trieste e Venezia.
Nelle ultime settimane le portacontainer arrivate nei nostri porti erano quelle partite dalla Cina prima che deflagrasse l’emergenza sanitaria (il transit time è di quasi 30 giorni) e dunque viaggiavano abbastanza piene nonostante l’inizio del Capodanno. Le prossime rotazioni, quelle sopravvissute ai numerosi blank sailing dei vettori marittimi, porteranno navi semivuote.
“A noi finora sono stati comunicati dai terminalisti più di 10 cancellazioni di servizi dalla Cina” ha detto in settimana il presidente della port authority di Genova, Paolo Emilio Signorini. “Il mese di febbraio, così come Gennaio, è stato abbastanza stabile rispetto al 2019 ma a marzo, aprile e maggio ci aspettiamo la contrazione più significativa”.
Per il solo capoluogo ligure si tratta di circa 4.700 Teu a settimana che, almeno in parte, non arriveranno. Su base annua i traffici marittimi fra Italia e Cina sono circa 1,1 milioni di Teu in import e 800mila Teu in export. L’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale inizialmente aveva previsto un periodo di flessione nei volumi di container per effetto del Coronavirus di quattro settimane, ma alla luce di come si sta evolvendo l’emergenza Signorini non a caso ha già parlato di almeno un paio di mesi. “Si tratta poi di capire quanto e come si diffonderà l’emergenza sanitaria fuori dalla Cina perché potenzialmente il problema potrebbe non limitarsi solo all’import verso l’Italia ma allargarsi anche alle esportazioni dal nostro paese verso i mercati esteri se la diffusione del virus dovesse aumentare”.
Nell’ultimo report settimanale della società di analisi e ricerca Drewry si legge che nel periodo dal 20 gennaio al 10 febbraio (nel pieno del Capodanno Cinese) i porti cinesi hanno registrato una riduzione di volumi movimentati compresa fra il 20% e il 40%, pari al 9% del volume globale di container. Questa decrescita inizierà ora a ripercuotersi sugli scali italiani di destinazione finale.
Lo scenario più probabile, secondo Drewry, prevede che la Cina riesca a risolvere completamente l’emergenza Coronavirus nel secondo trimestre del 2020, mentre altri paesi rischiano di essere coinvolti in seguito e in effetti è quello che già sta avvenendo (ad esempio in Italia). La prospettiva è quella di un rischio di azzeramento della crescita del Pil mondiale con conseguente effetto diretto sui volumi di merce che viaggiano via mare. La possibilità che gli effetti economici di un’emergenza sanitaria si ripresentino in maniera evidente e impattante anche sulle spedizioni in partenza da altri paesi diversi dalla Cina è per ora considerata solo nello scenario più pessimistico.
La buona notizia è che in Cina la produzione industriale si sta rimettendo in moto e ciò significa che il periodo di blocco totale potrebbe essersi limitato a un mese, anche se è difficile prevedere se la ripresa dei traffici marittimi sarà altrettanto rapida come è stata l’interruzione generata dall’emergenza sanitaria.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY