Piazzali container a rischio congestione: allarme di Fedespedi
L’effetto congiunto dello stop alla produzione nel nostro Paese – come stabilito dal D.P.C.M. del 22 marzo scorso – e della ripresa delle attività produttive in Cina minaccia di saturare gli hub logistici di porti e aeroporti nazionali in un breve lasso di tempo e determinare costi a carico della merce, delle imprese e degli operatori economici. Questa è la […]
L’effetto congiunto dello stop alla produzione nel nostro Paese – come stabilito dal D.P.C.M. del 22 marzo scorso – e della ripresa delle attività produttive in Cina minaccia di saturare gli hub logistici di porti e aeroporti nazionali in un breve lasso di tempo e determinare costi a carico della merce, delle imprese e degli operatori economici.
Questa è la preoccupazione di Fedespedi, la federazione nazionale delle associazioni di spedizionieri, che chiede al Governo “di chiarire, in linea con l’indirizzo assunto nell’ultimo Dpcm, che l’attività dei magazzini è consentita in tutte le aziende, fatto salvo il rispetto delle condizioni previste e condivise a tutela della salute dei lavoratori”. Questo chiarimento, volto a considerare in tutta la sua ampiezza l’attività di magazzinaggio che rientra a pieno titolo tra i codici Ateco esentati dalla sospensione dell’attività, “è fondamentale per assicurare agli operatori del settore logistica, trasporto e spedizioni cui è chiesto il rispetto del Protocollo per il contrasto alla diffusione del contagio nei luoghi di lavoro e delle specifiche linee guida fornite dal Mit, di poter consegnare e ritirare presso i clienti le merci in arrivo o già prodotte e pronte per l’invio in ambito nazionale come internazionale, considerato che tre giorni di tempo possono non essere stati sufficienti”.
Secondo la federazione degli spedizionieri va inoltre considerato che “la ripresa dell’attività economica in Cina ha determinato la partenza di ulteriori flussi di merci per il mercato europeo e destinati anche a porti e aeroporti nazionali. Il rischio è che gli hub logistici raggiungano in fretta la capacità massima di contenimento di container, determinando il blocco del sistema logistico e il maturare di costi a carico della merce”.
Per Fedespedi in questo scenario “è auspicabile che, similmente a quanto avvenuto in Cina, gli operatori dello shipping, del terminalismo portuale e dell’handling aeroportuale valutino, con senso di responsabilità, alla luce del carattere eccezionale della situazione in corso, di estendere le franchigie per la sosta delle merci”. La federazione conclude dicendo: “Confidiamo che il Governo, consapevole del ruolo strategico della logistica, confermi misure a sostegno della liquidità e in generale volte ad alleviare le criticità che gli operatori stanno affrontando nel loro impegno al servizio dell’economia del Paese e dei fabbisogni di imprese e consumatori senza ulteriormente gravare sul commercio internazionale sul Made in Italy in particolare”.
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