Nei porti veneti canoni demaniali sospesi fino a fine settembre
L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale ha reso noto di aver emanato una circolare rivolta a tutte le aziende concessionarie dei porti di Venezia e di Chioggia al fine di comunicare la possibilità di sospendere il pagamento dei canoni demaniali fino al 30 settembre, come previsto dall’art. 92 co. 2 del D.L 18/2020. […]
L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale ha reso noto di aver emanato una circolare rivolta a tutte le aziende concessionarie dei porti di Venezia e di Chioggia al fine di comunicare la possibilità di sospendere il pagamento dei canoni demaniali fino al 30 settembre, come previsto dall’art. 92 co. 2 del D.L 18/2020. Anche in questo caso, così come avvenuto nei porti di Bari e Brindisi, l’ente che gestisce le banchine è andato oltre le previsioni del decreto Cura Italia che ponevano al 31 luglio la scadenza per la sospensione dei pagamenti dei canoni.
Il presidente della port authority veneziana, Pino Musolino, ha dichiarato in proposito: “In questo periodo di emergenza, gli amministratori pubblici sono chiamati a fare uno sforzo in più per alleviare le difficoltà di lavoratori e aziende e per sostenere il sistema produttivo nel suo complesso. Il provvedimento rappresenta una delle prime azioni messe in pratica per concedere un sostegno alle imprese, che si trovano in queste settimane a dover far fronte ai costi addizionali delle misure di sicurezza per il personale e a una flessione dei traffici e degli ordinativi, e, conseguentemente, per salvaguardare i posti di lavoro”.
Musolino ha poi aggiunto: “Nonostante le difficoltà, i porti veneti non hanno, fino ad ora, mai smesso di operare garantendo l’approvvigionamento di prodotti e materie prime per la nostra economia e per le esigenze dello sforzo sanitario nazionale. Ringrazio tutte le oltre 1.200 aziende insediate a Venezia e a Chioggia e gli oltre 21.000 lavoratori che gravitano attorno ai nostri scali per la professionalità e lo spirito di sacrificio che dimostrano quotidianamente. Avremo bisogno di tutte le nostre risorse quando, al termine del lockdown, dovremo contribuire a rimettere sulle sue gambe e poi far correre il sistema industriale italiano”.
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