Coronavirus: indagine Confetra mostra una flessione media del 40% sul trasporto merci
L’effetto Covid-19 ha affondato, com’era prevedibile, la logistica delle merci in Italia. Da quando si sono inasprite le misure di contenimento della diffusione del virus, passando per il lockdown proclamato lo scorso 22 marzo e poi via via fino ad oggi, si è assistito a una rapidissima contrazione dei volumi trasportati. La tendenza emerge chiaramente […]
L’effetto Covid-19 ha affondato, com’era prevedibile, la logistica delle merci in Italia. Da quando si sono inasprite le misure di contenimento della diffusione del virus, passando per il lockdown proclamato lo scorso 22 marzo e poi via via fino ad oggi, si è assistito a una rapidissima contrazione dei volumi trasportati. La tendenza emerge chiaramente da un’indagine su un campione (ridotto ma significativo) di stakeholder condotta dal Centro Studi di Confetra insieme a Randstad Research, ufficio studi di Randstad Italia. La contrazione media dei volumi movimentati negli ultimi due mesi è compresa fra il -35% e il -45%.
Il Centro Studi Confetra, insieme a Randstad Research ufficio studi di Randstad Italia, ha sviluppato e diffuso una rilevazione orientata verso le imprese di logistica per evidenziare le principali difficoltà incontrate e le iniziative che più aiuterebbero in questa fase di crisi dovuta alla pandemia in atto. “Questa rilevazione non ha validità strettamente scientifica, avendo testato un campione di appena un centinaio di imprese, ma rappresenta bene invece trand e sentiment del settore in questa fase” sostiene Confetra.
Per quanto riguarda il cargo ferroviario, se il trasporto intermodale fino ad ora sta mantenendo i volumi invariati, altrettanto non può dirsi del trasporto convenzionale a treno completo che dal lockdown in avanti ha fatto registrare un -50% di merce movimentata.
Analogo andamento per il cargo aereo che nel mese di marzo ha fatto registrare una contrazione del -40/50% rispetto al precedente mese di febbraio, che già aveva risentito degli effetti del blocco dei traffici da e per la Cina. L’attività corrieristica e di consegna ultimo miglio, da metà marzo, ha subito contrazioni fino a picchi del -70%.
Discorso a parte meritano i terminal portuali: se i passeggeri (traghetti e crociere) hanno azzerato i transiti, le merci invece presentano andamenti fortemente differenziati in base ai principali collegamenti di cui dispongono le diverse aree. Per quanto riguarda la movimentazione di contenitori, il Nord Adriatico vede punte di contrazione del -20% mentre nel Tirreno centro-settentrionale si riscontra una contrazione del -10/15% ma buona parte di questi volumi transitati erano in giacenza. Il rallentamento produce nel settore effetti ritardati provocati dai lunghi tempi di percorrenza del trasporto via mare ma ci si attende che arrivino intorno al -20/30%. Le aspettative non possono che essere estremamente negative.
Tra gli aspetti che maggiormente hanno ostacolato l’attività delle imprese di logistica, vi è la difficoltà nel reperire dispositivi di protezione individuale quali mascherine e guanti (oltre il 45% dei rispondenti). Circa il 30% degli intervistati, invece, ha ritenuto di sottolineare il mancato bilanciamento dei carichi con conseguenti viaggi in perdita e la chiusura dei magazzini di destinazione delle merci. Tra le imprese rispondenti gli spedizionieri denunciano anche l’incertezza dei tempi di percorrenza, la congestione e i blocchi alle frontiere e la crisi di liquidità legata ai crediti insoluti fra le problematiche più delicate.
Per quanto riguarda le iniziative più utili in questa fase, l’89% del campione intervistato suggerisce di prevedere sgravi contributivi per le imprese che post-emergenza mantengano i livelli occupazionali precedenti. Le imprese di autotrasporto ritengono utile la sospensione dei divieti di circolazione domenicali e festivi per la movimentazione nazionale e la sospensione dei pedaggi autostradali, gli spedizionieri sottolineano l’importanza della riduzione dei controlli sulla merce (fatte salve le specifiche esigenze investigative e sanitarie) e l’accelerazione nel processo di digitalizzazione.
Sulle aspettative post-crisi il campione mediamente si orienta verso la stabilità ma anche qui occorre fare dei distinguo: le imprese di autotrasporto mostrano un maggiore ottimismo nel futuro, con una quota significativa di intervistati che ritiene ci possa essere una ripresa veloce, le imprese di spedizione sono più pessimiste con oltre il 57% dei rispondenti che si aspetta un futuro con meno attività rispetto al periodo pre-Coronavirus.
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