Il ricordo della London Valour nelle parole della capitaneria di porto di Genova
Contributo a cura del Corpo delle Capitanerie di porto (Direzione Marittima della Liguria) – Guardia Costiera Genova Sono passati cinquanta anni ma le testimonianze di chi ha vissuto con trepidazione quegli attimi, le note musicali del brano di Fabrizio De Andrè che vibrano tutt’oggi nei timpani e nei cuori dei genovesi, il ronzio dell’elicottero […]
Contributo a cura del Corpo delle Capitanerie di porto (Direzione Marittima della Liguria) – Guardia Costiera Genova
Sono passati cinquanta anni ma le testimonianze di chi ha vissuto con trepidazione quegli attimi, le note musicali del brano di Fabrizio De Andrè che vibrano tutt’oggi nei timpani e nei cuori dei genovesi, il ronzio dell’elicottero del Capitano dei vigili del fuoco Rinaldo Enrico e il gorgoglio dei motori della motovedetta del Comandante della Guardia Costiera Giuseppe Telmon sono ancora impresse nella mente di chi all’epoca assistette con i propri occhi a quelle terribili scene.
Con questi ricordi sempre attuali, rivivere quel maledetto pomeriggio del 1970, durante il quale Genova assistette a una delle peggiori sciagure marinare della sua storia e all’eroismo di chi limitò le conseguenze, diventa possibile anche per chi al tempo non era neppure nato.
La nave della compagnia della London & Overseas Freighters è all’ancora al di là della diga Duca di Galliera quando, nel primo pomeriggio, con il vento che passa rapidamente da 28 a 45 nodi, le condizioni meteomarine peggiorano bruscamente.
Quattro delle cinque navi in rada in quel momento riescono a prendere il largo, ma la London Valour, non riuscendo ad avviare le macchine, inizia a scarrocciare pericolosamente verso la diga.
Malgrado il mare in burrasca, le unità della Capitaneria di porto, dei Piloti, della Guardia di Finanza, degli Ormeggiatori e dei Rimorchiatori intervengono senza alcuna esitazione.
La nave impatta contro la diga spezzandosi in due, riversando il combustibile in mare che avvolge i naufraghi caduti in acqua rendendo ancora più difficoltoso il loro recupero.
I soccorritori non si danno tregua; il Comandante della CP233 della Capitaneria Giuseppe Telmon, il pilota Aldo Baffo della pilotina Teti e i loro equipaggi sfidano le onde, e persino il Capitano Enrico tenta l’impossibile dal cielo con il suo elicottero.
Al termine il bilancio è tremendo: 20 morti e 14 feriti. Ma senza l’intervento di quei valorosi uomini, i quali salvarono ben 38 persone, il computo sarebbe stato peggiore, tanto da meritarsi le Medaglie al Valor di Marina e di Benemerenza Marinara.
Nonostante l’emergenza epidemiologica da Covid-19, che non ha permesso la realizzazione degli eventi programmati alla presenza di alcuni dei protagonisti di quella sciagura e delle autorità locali, la Capitaneria di porto di Genova, per celebrare gli eroi e ricordare i naufraghi, ha commemorato oggi 9 aprile il naufragio della London Valour nel suo 50° anniversario issando sui pennoni antistanti la Capitaneria la bandiera della Marina Mercantile britannica.
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