Anche Assiterminal all’attacco della Presidenza del Consiglio
Dopo Federlogistica-Conftrasporto, anche l’Associazione dei terminalisti portuali italiani (Assiterminal) va all’attacco della Presidenza del Consiglio dei Ministri rea di aver predisposto un “documento che recepisce alcune istanze di comuni, autostrade e aeroporti senza visione strategia e di sistema” che comprenda anche il mondo della portualità. Il riferimento è al Dipe, dipartimento per la programmazione e […]
Dopo Federlogistica-Conftrasporto, anche l’Associazione dei terminalisti portuali italiani (Assiterminal) va all’attacco della Presidenza del Consiglio dei Ministri rea di aver predisposto un “documento che recepisce alcune istanze di comuni, autostrade e aeroporti senza visione strategia e di sistema” che comprenda anche il mondo della portualità. Il riferimento è al Dipe, dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio, che nei giorni scorsi ha reso nota la proposta ‘L’Italia e la risposta al Covid19’ dove l’economia del mare è appunto assente.
“Mancano le interconnessioni tra porti, interporti, distretti industriali, reti Ten e una politica per far crescere e consolidare le Pmi. Più liquidità e meno debito” si legge in una nota di Assiterminal. “Non si vuole certo diventare una commodity infrastrutturata ma mancano nel documento elaborato dal DIPE progettualità per una politica industriale e per la logistica”.
L’associazione dei terminalisti parla poi di “Cipe riesumato”, dice che “non si ravvedono semplificazioni delle regole” e nemmeno “Zes vere”. La critica di Assiterminal si conclude aggiungendo: “Appena accennata una Review soft del Codice degli appalti quando sarebbe sufficiente semplificare l’applicazione delle direttive UE 24 e 25 del 2014 come fatto da altri Paesi europei. Manca la previsione di modelli di project-management e l’individuazione di criteri chiari che impongano cronoprogrammi, non ci sono di fatto semplificazioni effettive”.
Citato c’è poi un accenno al modello Genova “che – secondo i terminalisti – in assenza di una vision e governance reale e condivise può creare solo cristallizzazioni di investimenti sterili”. Assiterminal teme la riaffermazione di un “centralismo burocratico anacronistico e una certa latenza per scaricare su altri i come e i perché di un non fare”.
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