La logistica ha fatto salire il prezzo delle granaglie dirette in Italia via mare
Nel porto di Ravenna il comparto agroalimentare (derrate alimentari e prodotti agricoli), con 964.357 tonnellate complessive di merce movimentata, ha registrato nel primo trimestre 2020 un calo del -19% rispetto al primo trimestre 2019, proseguendo il trend negativo dei mesi precedenti. Lo ha reso noto l’AdSP del Mar Adriatico Centro-Settentrionale precisando che è “particolarmente significativo […]
Nel porto di Ravenna il comparto agroalimentare (derrate alimentari e prodotti agricoli), con 964.357 tonnellate complessive di merce movimentata, ha registrato nel primo trimestre 2020 un calo del -19% rispetto al primo trimestre 2019, proseguendo il trend negativo dei mesi precedenti. Lo ha reso noto l’AdSP del Mar Adriatico Centro-Settentrionale precisando che è “particolarmente significativo il calo dell’import di cereali (-356.183 tonnellate) mentre più contenuto appare quello delle farine di semi oleosi (poco più di 2.500 tonnellate in meno)”. Secondo l’analisi della port authority sull’import cerealicolo pesano fattori mondiali connessi in questa fase all’emergenza coronavirus: “Si è registrato, in effetti, un rialzo di prezzo della materia prima, dovuto sostanzialmente alle difficoltà nella logistica e nei trasporti via terra e alle dinamiche più complesse per il grano importato via mare come, ad esempio, gli ostacoli per noleggiare navi che possano sbarcare materie prime agricole nei porti italiani” si legge nella nota della port authority.
“Sul piano nazionale non registriamo alcuna manovra speculativa sul prezzo del grano importato tale da far lievitare i prezzi dei prodotti lavorati” afferma il presidente di Anacer, Carlo Licciardi. “La variazione in aumento rispecchia il reale valore di mercato, dopo il calo verificatosi nelle settimane precedenti la crisi Covid-19. A confermare l’assenza di speculazioni sull’import cerealicolo, da sottolineare le buone scorte di grano e altra materia prima in Italia, tant’è che attualmente dai porti sta uscendo prodotto importato a fine 2019, con ampie scorte accumulate nei primi mesi del 2020”.
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