Slitta ancora il closing dell’affare Msc-Messina: la firma si farà attendere
La lunga telenovela dell’ingresso di Marinvest, la holding italiana di Gianluigi Aponte (patron di Msc), nel Gruppo Messina non è ancora arrivata alla puntata finale. Secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY infatti, il closing, che già era stato posticipato da fine marzo al 30 aprile, questa settimana non è in programma. Né al momento risulta […]
La lunga telenovela dell’ingresso di Marinvest, la holding italiana di Gianluigi Aponte (patron di Msc), nel Gruppo Messina non è ancora arrivata alla puntata finale. Secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY infatti, il closing, che già era stato posticipato da fine marzo al 30 aprile, questa settimana non è in programma. Né al momento risulta esserci un data fissata per apporre le firme sui contratti nonostante pare rimanessero da limare solo alcuni dettagli secondari.
In questa fase ciò che ha stravolto le carte in tavola è ovviamente il coronavirus perché, se fino a un mese fa il rinvio risultava fosse legato a cavilli e clausole contrattuali con le banche, ora pare invece che le ragioni di questo ulteriore rinvio possano essere riconducibili alla situazione che sta vivendo il Gruppo Msc. Dunque non è escluso che l’operazione possa essere quantomeno ritardata se non addirittura rimessa in discussione.
La domanda che ovviamente gli addetti ai lavori si porranno adesso è: sarà ancora intenzionato Aponte a soccorrere gli amici genovesi Messina? O forse in questo momento preferisce dedicare ogni sforzo, economico e non, al suo gruppo che sta vivendo settimane particolarmente delicate sia sul fronte del business container che su quello delle crociere? La risposta si conoscerà solo nel prossimo futuro. Così come prossimamente si potrà capire che atteggiamento deciderà di adottare Banca Carige sulla questione visto che la finalizzazione di questa operazione le avrebbe consentito di riportare ‘in bonis’ metà dell’esposizione debitoria non performing da complessivi 450 milioni di euro nella Ignazio Messina & C. Il credito relativo a quattro delle otto moderne navi con-ro di proprietà della shipping company genovese sarebbe infatti passato (con le relative navi) alla newco Ro-Ro Italia controllata al 52% da Marinvest e ‘ripulendo’ così il debito classificato Utp (unlikley to pay). Le navi sarebbero comunque destinate a rimanere nella disponibilità del Gruppo Messina a noleggio.
Il credito delle altre quattro unità con-ro destinate a rimanere dentro la società di navigazione (nel cui capitale dovrebbe secondo i programmi entrare la holding italiana di Aponte al 49%) verrebbe ceduto da Banca Carige ad Amco. Per i due soggetti coinvolti questa operazione avrebbe dovuto comportare un esborso, sotto forma di aumento di capitale, da 30 milioni di euro, di cui 5 in capo alla famiglia Messina e 22,5 a Msc da versare al momento del closing dell’affare, cui potranno fare seguito ulteriori 2,5 milioni al verificarsi di determinate condizioni. I rimborsi del debito dovuti all’istituto di credito genovese verrebbero spalmati almeno fino al 2032.
I condizionali sono molti, anzi sempre di più, perché si tratta ora di capire se il coronavirus ha contagiato anche questa operazione, mettendone a rischio la sopravvivenza, o se invece l’ingresso di Msc nel Gruppo Messina andrà in porto secondo i piani. Ad oggi aumenta il numero di quelli che scommettono sulla prima ipotesi.
Nicola Capuzzo
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