Zhousan emerge come nuovo porto hub per il bunkeraggio in Far East
Il porto cinese di Zhoushan sta a tutti gli effetti lentamente cercando di affiancarsi a Singapore come principale hub per il bunkeraggio navale in Estremo Oriente. Proprio in questo scalo ha messo gli occhi da tempo anche l’italiana Fratelli Cosulich, attiva in questo segmento di business sia come trader che come distributore fisico proprio a […]
Il porto cinese di Zhoushan sta a tutti gli effetti lentamente cercando di affiancarsi a Singapore come principale hub per il bunkeraggio navale in Estremo Oriente. Proprio in questo scalo ha messo gli occhi da tempo anche l’italiana Fratelli Cosulich, attiva in questo segmento di business sia come trader che come distributore fisico proprio a Singapore dove opera una flotta di 7 bettoline, ma ci vorrà ancora un po’ di tempo. “Il progetto Zhousan è in stand-by, sia per la questione virus ma anche perché per il momento preferiamo concentrarci su altri progetti” dice a SHIPPING ITALY Timothy Cosulich, responsabile di quest’area di business per il gruppo. Lo scorso autunno era stato lui stesso a preannunciare l’idea concreta di replicare il modello di business orma consolidato a Singapore anche in questo porto della Cina.
Un approfondimento sul ruolo emergente di Zhoushan di Integr8 Fuels Group ricorda che a Singapore ogni anno le vendite di bunker sono pari a 50 milioni di tonnellate su un totale globale di 300 milioni. Nonostante ciò lo scalo concorrente cinese sta lentamente iniziando a ritagliarsi il suo spazio nel mercato del rifornimento di carburante alle navi perché il governo della Repubblica Popolare ha deciso di creare un suo hub per il bunkeraggio. Alcune prime misure per raggiungere questo obiettivo sono state prese e il mercato sta reagendo di conseguenza.
In primis è stata creata un free trade zone nel 2017 e questo serve a ridurre i tempi di sdoganamento del prodotto e quindi il cosiddetto ‘time to market’ del prodotto che può essere proposto alle navi più rapidamente. Da luglio del 2018, poi, sono stati introdotti incentivi fiscali che, abbinati a un’elevata capacità di stoccaggio del prodotto a terra, hanno attirato l’interesse degli operatori che operano nel trading e nei depositi costieri.
Ma questo non era ancora sufficiente e allora, da febbraio di quest’anno, sono stati introdotti ulteriori sconti d’imposta sulla vendita del bunker per navi e non a caso importanti gruppi della raffinazione cinesi hanno annunciato l’intenzione di produrre volumi crescenti di carburante Vlsfo. Nel 2020 la produzione attesa e disponibile di bunker in Cina dovrebbe salire a 20 milioni di tonnellate di Vlsfo.
In questo contesto Zhoushan si sta lentamente ritagliando il suo spazio nel mercato del bunker dove nel 2020 prevede di portare a termine vendite per 7 milioni di tonnellate tramite 11 diversi supplier, una quantità praticamente raddoppiata rispetto ai 3,6 milioni di tonnellate del 2018. Di questo passo lo scalo cinese si avvicinerà in fretta ai volumi di vendita di Rotterdam e Fujairah.
Grazie alle agevolazioni fiscali introdotte e alla produzione locale, il prezzo del bunker a Zhoushan è passato da essere mediamente più caro di 20 dollari/tonnellata rispetto a Singapore a essere più conveniente e questo trend è destinato a proseguire. L’approvvigionamento di prodotto dalle raffinerie cinesi hanno infatti appena garantito la disponibilità di 10 milioni di tonnellate di Vlsfo a cui se ne aggiungeranno altri 5 milioni entro la fine dell’anno in corso.
Integr8 Fuels aggiunge inoltre che un altro fattore competitivo favorevole per il nuovo hub di bunkeraggio cinese sono gli oneri ridotto per le navi che scelgono di rifornirsi a Zhoushan. C’è una boa in rada dove l’ormeggio per fare rifornimento non comporta costi, mentre c’è un secondo approdo interno al porto dove la toccata effettuata solo per il bunkeraggio gode di tariffe di pilotaggio dimezzate.
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