Omologato dal tribunale il concordato preventivo di Cmc Ravenna
Il tribunale di Ravenna ha omologato il concordato in continuità di costruzioni Cmc (Cooperativa Muratori e Cementisti) di Ravenna, uno delle società di costruzioni italiane specializzata anche in opere portuali e marittime. Lo ha reso noto la stessa società in una nota. L’assemblea degli obbligazionisti aveva approvato il piano concordatario nel marzo scorso e il 22 aprile i creditori avevano […]
Il tribunale di Ravenna ha omologato il concordato in continuità di costruzioni Cmc (Cooperativa Muratori e Cementisti) di Ravenna, uno delle società di costruzioni italiane specializzata anche in opere portuali e marittime. Lo ha reso noto la stessa società in una nota.
L’assemblea degli obbligazionisti aveva approvato il piano concordatario nel marzo scorso e il 22 aprile i creditori avevano a loro volta dato il via libera alla proposta concordataria presentata dalla cooperativa, con il 78,15% dei voti a favore.
Il presidente Alfredo Fioretti ha così commentato: “Si tratta di un risultato straordinario quanto estremamente rilevante al quale hanno contribuito tutti i soci e dipendenti della società che non hanno mai fatto mancare il proprio supporto e ai quali va il mio primo ringraziamento”.
L’amministratore delegato Davide Mereghetti ha aggiunto: “La stragrande maggioranza dei creditori ha dato fiducia al piano di ristrutturazione, votandolo favorevolmente in adunanza. L’esecuzione del piano è solo la parte iniziale del prossimo futuro di questa società, il suo rilancio e la realizzazione delle opere strategiche del nostro Paese in primis e all’estero sono la vera sfida su cui ci concentreremo”. Il direttore generale Paolo Porcelli a sua volta ha affermato: “Guardiamo ora al futuro con ottimismo, fatto di grandi opere in Italia e nel mondo sempre eseguite con la qualità e l’affidabilità che ci ha sempre contraddistinto”.
La testata specializzata BeBeez ricorda che Cmc, in tensione finanziaria come tante altre aziende del settore dell’edilizia, aveva presentato a dicembre 2018 la domanda di ammissione al concordato in bianco e all’epoca i suoi bond quotati alla Borsa del Lussemburgo erano scesi sotto gli 8 centesimi. Nel dettaglio si tratta del bond da 325 milioni di euro a scadenza 15 febbraio 2023 e cedola 6%, che era stato emesso nel novembre 2017 per rimborsare in anticipo il bond da 300 milioni a cedola 7,5% in scadenza nel 2021; e del bond da 250 milioni a scadenza 1° agosto 2022 e cedola 6,875%. Le negoziazioni dei due bond erano poi state sospese nel dicembre 2018.
La società è gravata da un debito totale di 2 miliardi di euro, di cui 575 milioni di euro legati ai due bond, sottoscritti tra gli altri anche da Credit Agricole, Algebris, Ubs, Mediolanum, Vontobel, Julius Baer e Alliance Bernstein. La restante parte dell’esposizione invece riguarda una revolving credit facility di Unicredit e Bnl Bnp Paribas tra 160 e 165 milioni, che serviva da backup ai due bond e ulteriori 100-150 milioni di euro di crediti verso le banche.
L’azienda aveva depositato al Tribunale di Ravenna l’8 aprile 2019 il piano e la proposta di concordato. Il piano presentato dalla società prevedeva la continuità aziendale della cooperativa e la soddisfazione integrale dei creditori in pre-deduzione, di quelli privilegiati e dei fornitori strategici, ma anche la soddisfazione parziale e non monetaria degli altri creditori chirografari, con l’attribuzione appunto di strumenti finanziati partecipativi. La società era stata ammessa al concordato preventivo nel giugno 2019.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY