Grimaldi Group: dopo un altro anno da incorniciare, nel 2020 si teme una flessione dei risultati
Per Grimaldi Group quello appena approvato e relativo al 2019 è stato un altro bilancio da incorniciare. Il fatturato complessivo è cresciuto del 3,7% arrivando a 3,15 miliardi di euro, L’Ebitda (pari a 664 milioni) è salito anch’esso del 23,6% così come l’Ebit (347 milioni) del 34,6% grazie in particolare ai minori costi di approvvigionamento […]
Per Grimaldi Group quello appena approvato e relativo al 2019 è stato un altro bilancio da incorniciare. Il fatturato complessivo è cresciuto del 3,7% arrivando a 3,15 miliardi di euro, L’Ebitda (pari a 664 milioni) è salito anch’esso del 23,6% così come l’Ebit (347 milioni) del 34,6% grazie in particolare ai minori costi di approvvigionamento del carburante. Per la prima volta nella storia del gruppo i ricavi caratteristici hanno superato la soglia dei 3 miliardi mentre l’utile netto dell’esercizio è stato pari a 286,9 milioni, in netta crescita rispetto ai 212 milioni dell’esercizio precedente grazie alla maggiore redditività operativa.
A livello di holding, invece, l’utile di 84,4 milioni di euro (in calo rispetto ai 96 milioni del 2018) è stato destinato a riserva dai quattro soci paritetici (Gian Luca, Emanuele, Maria Consuelo e Amelia Grimaldi) che hanno così ulteriormente consolidato il patrimonio netto del gruppo salito a 1,8 miliardi.
Il bilancio 2019 racconta che il Gruppo Grimaldi al 31 dicembre scordo gestiva una flotta di 137 navi, delle quali 117 di proprietà, con un’età media di 13,8 anni e impiegate su un network di linee che collegano 130 porti in 47 paesi del mondo. L’indebitamento finanziario netto del gruppo è invece calato di oltre 100 milioni (da 1,770 a 1,665 miliardi) grazie al simultaneo incremento delle disponibilità liquide (da 122 a 232 milioni di euro) e alla riduzione dell’indebitamento bancario (da 1,36 a 1,17 miliardi di euro).
A proposito delle prospettive future il gruppo armatoriale napoletano scrive nella relazione al bilancio che “il protrarsi nei prossimi mesi del rallentamento delle attività economiche, nonché delle restrizione alla circolazione delle persone, potrà comportare per la società una riduzione del volume d’affari”.
Fra le altre notizie emerse dalla lettura del bilancio e non note al pubblico c’è il ritorno in servizio dallo scorso marzo della nave con-ro Grande Nigeria della controllata Grimaldi Deep Sea “che era rimasta trattenuta a Dakar, a partire da giugno 2019, a seguito delle indagini senegalesi in occasione del ritrovamento di stupefacenti occultati su alcuni veicoli nuovi imbarcati in Sud America”.
A proposito invece della nave Grande America che si era incendiata ed è poi affondata al largo delle coste occidentali della Francia, nei pressi del Golfo di Biscaglia, Grimaldi Group fa sapere che “il valore d’indennizzo riconosciuto dagli assicuratori per la perdita totale della nave è pari a 20 milioni di euro. Tale evento ha comportato la rilevazione in bilancio di un provento di oltre 9 milioni di euro, al netto dello storno del valore contabile della nave”.
Nel corso del 2019 è stata inoltre liquidata New Ttt Lines, la società di navigazione attiva fra Napoli e la Sicilia originariamente posseduta dall’armatore Alexandros Tomasos nella quale Grimaldi era entrato al 50% nel 2016 e poi diventata una joint venture al 50% con Caronte&Tourist fino alla primavera del 2018 quando aveva interrotto l’attività. Grimaldi si era poi impossessato dalla nave ro-pax Florencia.
Sempre dal bilancio si apprende infine che la controllata Finnlines sta negoziando la vendita di alcuni asset portuali iscritti a valore contabile per circa 14,6 milioni di euro.
Infine, in un’intervista appena pubblicata dal Wall Street Journal, il co-amministratore delegato del gruppo Emanuele Grimaldi (ruolo ricoperto insieme al fratello Gian Luca), ha parlato del momento di particolare sofferenza del trasporto via mare di auto nuove (uno dei core business della shipping company partenopea) dicendo: “Siamo in attesa che il mondo riparta. Abbiamo avuto due mesi di produzione di auto letteralmente azzerata in Europa, una condizione per la produzione e per le vendite ben peggiore di quella vista in Cina”. Secondo Grimaldi un terzo delle 750 navi car carrier esistenti al mondo è stata messa in disarmo nel corso delle ultime settimane ma la speranza è che quest’estate il mercato si rimetta in moto con la riapertura delle case automobilistiche. Secondo il Wsj Grimaldi Group avrebbe messo in disarmo fino a metà della sua flotta di navi porta auto e per questo la società prevede di cedere per demolizione un certo numero di unità più vecchie oltre a restituire dal charter sette car carrier prese a noleggio.
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