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Finisce in Procura il salvataggio del terminal Ro Port Mos nel porto di Marghera
Il presidente dell’AdSP veneta, Pino Musolino, nel corso della conferenza stampa con cui ha sollevato il caso del bilancio della port authority non approvato dal Comitato di gestione per l’opposizione di due membri, aveva invitato gli stessi a evitare allusioni sul suo operato e semmai a rivolgersi alla magistratura. L’invito è stato prontamente colto da […]
Il presidente dell’AdSP veneta, Pino Musolino, nel corso della conferenza stampa con cui ha sollevato il caso del bilancio della port authority non approvato dal Comitato di gestione per l’opposizione di due membri, aveva invitato gli stessi a evitare allusioni sul suo operato e semmai a rivolgersi alla magistratura.
L’invito è stato prontamente colto da Maria Rosaria Anna Campitelli (rappresentante nominata dalla Regione Veneto) e Fabrizio Giri (Città Metropolitana di venezia) che, secondo quanto rivelato da Il Gazzettino, un lungo esposto lo avevano in effetti inviato alla Procura della Repubblica già 9 giorni fa. In concomitanza con la bocciatura del bilancio consuntivo 2019 della port authority che gestisce gli scali di Venezia-Marghera e di Chioggia.
«La gestione complessiva della vicenda (Ro Port Mos, ndr) ha condotto a un oggettivo e certo esborso finanziario da parte del pubblico bilancio dell’ Adspmas, ad un allungamento di dieci anni della concessione a favore della società del gruppo Mantovani, nonché a una modifica del compendio immobiliare da realizzare. Nonostante il rilievo economico e amministrativo della questione, riteniamo che il Presidente non abbia garantito tempestive e complete informazioni e documentazione su elementi essenziali di una decisione di competenza del Comitato di Gestione e che, in definitiva, ha visto soltanto il voto favorevole del Presidente» è scritto nell’esposto secondo quanto riporta il giornale veneziano.
Musolino, prima ancora di sapere che un esposto era già stato depositato in Procura, aveva contrattaccato le critiche dei due membri del Comitato di gestione accusandoli di non aver fornito spiegazione al loro voto contrario su un bilancio chiuso con 26 milioni di avanzo, 10,5 milioni di utile e indebitamento dimezzato. Così facendo hanno bloccato l’approvazione del rendiconto finanziario dell’ente e la possibilità di erogare contributi economici ai lavoratori portuali e alle imprese terminalistiche (con le misure previsto dal decreto Rilancio).
Nel documento inviato alla magistratura Campitelli e Giri chiedono conto dell’impegno di fondi pubblici. “Al di là della sottoscrizione monocratica (del contratto, ndr) e da se stesso ratificata dopo 18 mesi – continua l’ esposto – durante i quali sono stati erogati sicuramente e subito due milioni a favore della società del gruppo Mantovani e impegnati ulteriori sette milioni nello stesso periodo non ci è mai stato dato conto di ulteriori possibili operatori economici interessati a proseguire nella conduzione dei lavori”.
Nel Comitato di gestione del 27 luglio 2018, emerse che la società Ve Ro Port Mos non aveva pagato tra il 2014 e il 2016 canoni di concessione per 3,6 milioni, da recuperare a rate. Sempre secondo quanto rivelato da Il Gazzettino e ricostruito nell’esposto Campitelli chiese “per quale ragione non si è deciso di procedere con la decadenza della concessione, ai sensi dell’ articolo 47 del Codice della navigazione”. Il Segretario generale del porto aveva risposto che: “a causa del precedente contratto non si era nelle condizioni di poter affermare che la responsabilità fosse tutta in capo al concessionario, poiché il rischio commerciale non risultava tutto in carico al privato”. Musolino aveva invece sottolineato come “l’ obiettivo finale era quello di garantire l’ operatività di una struttura strategica per il mercato, anche nella prospettiva di attrarre nuovi investitori”.
Pochi mesi prima in effetti (ottobre 2016) il Gruppo Grimaldi di Napoli aveva espressamente manifestato l’intenzione di entrare nel capitale di Venice Ro Port Mos ma agli annunci non fece poi seguito nessun investimento né ingresso reale nel capitale azionario della società concessionaria del terminal ro-ro di Fusina.
L’intenzione espressa da Regione e Comune, rappresentati in comitato di gestione da Giri e Campitelli, sul salvataggio del terminali controllato dal Gruppo Mantovani è evidente: “È sempre stata chiara la posizione di Regione e Città Metropolitana: contrarietà a erogare una somma a fondo perduto verso un concessionario inadempiente nei canoni, con collaudi effettuati sulle opere realizzate solo in minima parte e per il quale il socio di riferimento Mantovani è sottoposto a procedure concorsuali” è riportato nell’esposto. Ora spetterà alla Procura esprimersi sul caso.