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I lavoratori del porto di Venezia alzano la voce: “Ridateci le crociere”
Oggi al il Piazzale Isonzo della Stazione Marittima di Venezia è andata in scena una conferenza stampa cui hanno preso parte i lavoratori delle imprese portuali che operano a vario titolo per le crociere, molti dei quali attualmente in cassa integrazione, e che hanno voluto far sentire la propria voce davanti a quello che è […]
Oggi al il Piazzale Isonzo della Stazione Marittima di Venezia è andata in scena una conferenza stampa cui hanno preso parte i lavoratori delle imprese portuali che operano a vario titolo per le crociere, molti dei quali attualmente in cassa integrazione, e che hanno voluto far sentire la propria voce davanti a quello che è stato definito “un silenzio assordante della politica e delle istituzioni”.
A prendere la parola sono stati alcuni dei rappresentanti dei lavoratori per far presente che, nonostante sia giunto da Roma il via libera alla crocieristica, la città di Venezia rischia di restare tagliata fuori dalla ripresa delle crociere per non aver saputo dare una pronta risposta al settore che da oltre 10 anni chiede una soluzione alternativa per far giungere le navi e i crocieristi in città.
“Una soluzione che, spesso si dimentica, garantirebbe il mantenimento dell’home Port a Venezia e con esso tutta l’economia di fornitura, i posti di lavoro e i servizi collegati alle navi” è scritto in una nota diffusa dai lavoratori.
I partecipanti, che si sono dichiarati unanimemente a favore di una soluzione alternativa che ovvi il passaggio davanti a San Marco, hanno sottolineato la necessità che la politica e le istituzioni diano una risposta chiara e immediata per consentire alle crociere di tornare a Venezia in piena sicurezza e di non mettere così a rischio anche la stagione 2021, dopo che la stagione 2020 sembra irrimediabilmente perduta.
Le mancate decisioni della politica unite alle dichiarazioni e alle minacce di manifestazioni e tafferugli da parte dei comitati del ‘no’ hanno infatti allontanato le compagnie che stanno lentamente ricominciando a viaggiare con il benestare del Governo e con protocolli di sicurezza anti-Covid molto severi. “La scelta di preferire lo scalo di Trieste piuttosto che di Venezia non è accettabile perché mette a rischio oltre 4.000 lavoratori e migliaia di famiglie il cui futuro oggi è quantomai incerto” sostengono i lavoratori.
Gli ammortizzatori sociali concessi dallo Stato per far fronte all’avvento della pandemia stanno per terminare ma gli addetti dell’indotto hanno chiaramente sottolineato che “oggi a Venezia è in gioco non solo un comparto rilevante per l’economia locale ma soprattutto la dignità dei lavoratori che non chiedono di ricevere sussidi o ‘adeguato welfare’, come da alcuni paventato, ma vogliono poter contare sul loro posto di lavoro e sul loro stipendio guadagnato onestamente. Mettere in discussione la crocieristica a Venezia non è una semplice questione ambientale o di immagine, non si può giocare con il futuro dei lavoratori e delle famiglie che fino ad oggi sono rimaste in silenzio attendendo una decisione ma che ora, davanti alla possibilità di occupazione zero, lanciano da un terminal silenzioso e inoperoso un grido di allarme e preoccupazione che non si esclude possa sfociare in ulteriori manifestazioni nelle prossime settimane”. Manifestazioni che mirano a portare all’attenzione de Governo, della politica locale e dei candidati alle prossime elezioni regionali e cittadine, un dissenso e una preoccupazione che non è più sostenibile.
Il rischio, hanno ribadito i lavoratori, è quello di gettare a mare un intero settore produttivo, florido e sempre più sostenibile, per la paura di decidere. I lavoratori ritengono infatti che non solo vada identificata una soluzione tra i progetti presentati su cui vi è maggiore convergenza istituzionale che rappresentano una alternativa concreta al passaggio davanti a San Marco, ma che questo vada fatto velocemente e studiando contestualmente tutte le misure necessarie per agevolare la transizione salvaguardando il traffico e la relativa occupazione.
L’appello di oggi è l’inizio di un percorso che vedrà la nascita di un tavolo permanente dei lavoratori e delle imprese portuali che mira a sostenere un futuro compatibile e sostenibile per la crocieristica
Infine i lavoratori hanno annunciato che se Costa Crociere confermerà la scelta di tornare a Venezia per la stagione 2020 con una nave, i lavoratori saranno pronti ad accoglierla e a offrire alla compagnia e ai passeggeri il miglior servizio possibile che ha sempre contraddistinto il porto crociere di Venezia e le migliori misure di sicurezza anti Covid,. Lo stesso varrà per tutte le compagnie che vorranno tornare e aiutare così Venezia a garantire un futuro ai lavoratori e alle famiglie.