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Secondo Moscati (Italia Marittima) è presto per cantare vittoria nei container
Considerato che il numero di blank sailing va progressivamente riducendosi e che i risultati finanziari dei vettori marittimi da molto tempo non erano così buoni, è possibile concludere che la tempesta generata dal Covid-19 è passata nel mercato del trasporto marittimo di container? La risposta è no secondo Diego Moscati, manager di Italia Marittima che […]
Considerato che il numero di blank sailing va progressivamente riducendosi e che i risultati finanziari dei vettori marittimi da molto tempo non erano così buoni, è possibile concludere che la tempesta generata dal Covid-19 è passata nel mercato del trasporto marittimo di container? La risposta è no secondo Diego Moscati, manager di Italia Marittima che cura i rapporto fra la controllata di Evergreen e i terminal portuali.
In un articolo pubblicato da Port News si legge: “È sempre in parte ardito trarre conclusioni univoche dal fatto che i grandi carrier pianifichino nel breve termine di impiegare più stiva su un certo trade e automaticamente dedurre che l’outlook sia positivo. L’incauta propensione al gigantismo navale ha portato alla situazione che tale capacità di stiva deve essere per forza di cose impiegata da qualche parte. Non è insolito quindi che le navi più grandi vengano impiegate dove sono almeno in grado di perdere meno” ricorda Moscati.
Il mercato del trasporto via mare di container si espande e si contrae continuamente, talvolta anche in maniera repentina, mentre “l’acquisizione e la disponibilità di stiva – in larga parte e al netto della relativa e residuale flessibilità offerta dal mercato del chartering – vincola ed esprime un grandissimo momento di rigidità nel lungo periodo” prosegue spiegando il manager di Italia Marittima. “È chiaro che la differenza di orizzonte temporale tra questi due fattori fondamentali genera una tensione formidabile sul mercato e obbliga spesso i carrier a optare per il male minore, per l’impiego dove le perdite sono semplicemente minori”.
Per Moscati la pressione sui vari trade, specialmente sul quello tra il Far East – Nord Europa e Far East Mediterraneo, rimarrà elevata: “L’onda lunga della contrazione post lockdown continuerà a far vedere i suoi effetti negativi. Se poi si materializzasse la prospettiva di una nuova chiusura globale allora sì la situazione potrebbe assumere toni davvero drammatici”.
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