Stop all’import di rifiuti solidi in Cina: i timori degli armatori e le nuove rotte delle spedizioni
Dal prossimo 1 settembre entrerà in vigore in Cina una normativa finalizzata a ridurre le importazione di rifiuti solidi dall’estero in vista del più ampio obiettivo di vietarne del tutto l’importazione (comprese le componenti metalliche) a partire dal 1 gennaio 2021. La Confederazione italiana armatori (Confitarma) in una nota mette in guardia i propri associati […]
Dal prossimo 1 settembre entrerà in vigore in Cina una normativa finalizzata a ridurre le importazione di rifiuti solidi dall’estero in vista del più ampio obiettivo di vietarne del tutto l’importazione (comprese le componenti metalliche) a partire dal 1 gennaio 2021.
La Confederazione italiana armatori (Confitarma) in una nota mette in guardia i propri associati da possibili situazioni di confusione nel primo periodo di applicazione della norma perché “la nuova legge riguarda l’importazione di rifiuti trasportati, distinti dai rifiuti prodotti dalle navi oggetto dell’ambito di applicazione della Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi (Marpol)”.
Un approfondimento sul tema pubblicato da Greenreport.it ricorda che nel 2017 la Cina ha presentato una notifica all’Organizzazione mondiale del commercio per vietare il commercio di quattro classi e 24 tipi di rifiuti solidi, compresi tutti i rottami di plastica, la carta straccia non differenziata, alcuni residui di riciclaggio dei metalli, i tessili e tutti rifiuti o rottami non differenziati. Questo divieto ha portato a uno spostamento nelle destinazioni dei rifiuti di carta e plastica per il riciclaggio verso altri paesi asiatici e la Turchia.
Secondo dati Eurostat in termini di peso dei materiali riciclabili nel 2016 l’Unione Europea ha esportato circa 1,4 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica in Cina. Nel 2017 la Cina era ancora il principale partner commerciale per i rifiuti di plastica ma nel 2018 le esportazioni di rifiuti di plastica in Cina sono scese a 50mila tonnellate e nel 2019 a 14mila tonnellate. Questa riduzione ha portato a uno spostamento dei flussi verso la Malesia (24% del totale delle esportazioni Ue di rifiuti di plastica nel 2019), la Turchia (17%) e l’Indonesia (6%).
Le esportazioni totali sono diminuite da 2,6 milioni di tonnellate a 1,5 milioni di tonnellate tra il 2016 e il 2019. Nel 2016 l’Ue ha esportato oltre 5 milioni di tonnellate di rifiuti di carta in Cina. Queste esportazioni si sono dimezzate tra il 2016 e il 2018. Nel 2019 sono state ridotte a meno di 700 mila tonnellate. Questo calo ha portato a uno spostamento dei flussi principalmente verso l’India (19% delle esportazioni totali nel 2019), Indonesia (17%), Turchia (12%), Vietnam (11%) e Thailandia (10%). La Cina aveva ancora una quota del 12%. Le esportazioni totali sono diminuite da 7,4 milioni di tonnellate a 5,8 milioni di tonnellate tra il 2016 e il 2019.
Eurostat spiega inoltre che secondo i dati relativi a gennaio 2020, continua la tendenza alla riduzione dei rifiuti riciclabili esportati, con i livelli più bassi di carta e plastica verso la Cina mai registrati a gennaio.
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