Mose ormai pronto a Venezia: “Non chiudete le navi fuori”
Venezia port community, l’aggregazione di aziende e interessi che ruotano attorno allo shipping in Laguna, alza la voce chiedendo al pubblico di essere tenuta in considerazione per decidere quando e come procedere con l’attivazione del sistema Mose a difesa della città dall’acqua alta. “Venezia ha registrato nei mesi di novembre e dicembre del 2019 sette […]
Venezia port community, l’aggregazione di aziende e interessi che ruotano attorno allo shipping in Laguna, alza la voce chiedendo al pubblico di essere tenuta in considerazione per decidere quando e come procedere con l’attivazione del sistema Mose a difesa della città dall’acqua alta. “Venezia ha registrato nei mesi di novembre e dicembre del 2019 sette casi di alta marea superiore ai 130 centimetri sul livello del mare. Considerata la volontà espressa dal Governo di operare le barriere del Mose già da questo inverno per maree superiori ai 130 cm slm, quello che si è fatto finta di non prendere in considerazione diventa un’emergenza per garantire, in particolare, l’operatività del porto” sottolinea nell’incipit della sua nota Venezia port community.
Che poi prosegue dicendo: “È quindi prioritario formulare alcune precise considerazioni sull’opera a partire dai principi fondanti della stessa, al fine di garantire un’efficace ed equilibrata messa in servizio dell’infrastruttura. Questo anche alla luce dell’art. 95 del Decreto Agosto che dà vita all’Autorità della Laguna, un soggetto che teoricamente concentrerà in sé stesso una serie di funzioni strategiche oltre a quella della gestione e manutenzione del Mose”.
Per la community dello shipping veneziana è necessario innanzitutto ricordare che la nuova autorità sarà quindi chiamata a salvaguardare le attività portuali e garantire il cosiddetto ‘accesso permanente’, nonché l’attività di pianificazione morfologica e di manutenzione di tutti i canali della laguna, evitando stalli dovuti alla frammentazione e sovrapposizione di competenze.
La gestione delle chiusure del Mose dovrà avvenire attraverso una cabina di regia che includa tutti i livelli di governo e che tenga appunto conto delle esigenze legate anche alle attività economiche. “È quindi da escludere che la chiusura e la intrinseca garanzia di accesso permanente al porto e alla laguna siano di competenza solo statale o guidata da sole necessità di protezione fisica dalle alte maree” sottolinea Venezia port community. Che poi aggiunge: “Il futuro non è solo legato alle modalità di utilizzo del Mose: per garantire il principio di accesso permanente al porto si devono portare a compimento le opere cosiddette ‘complementari’, quali le conche di navigazione (di Marghera e Chioggia), come pure dare avvio alla realizzazione di un terminal container ad alto fondale. L’infrastruttura che verrà consegnata a seguito di collaudo si deve comporre quindi anche delle opere che devono garantire l’accesso permanente delle navi al porto anche a barriere alzate e di cui queste ne sono parte integrante come da previsione contenuta negli atti amministrativi di approvazione del Mose”.
Su tutto questo gli enti locali e l’Autorità di Sistema Portuale avranno un ruolo fondamentale: “Solo un’azione congiunta e coordinata permetterà un funzionamento a regime che deve dare la possibilità alle attività economiche, da sempre linfa vitale della Laguna (portualità e pesca in primis) di continuare a svilupparsi negli anni” conclude la community portuale veneziana.