Unione Piloti medita il ricorso al Tar contro il Mit sulle nuove regole del pilotaggio
Nei giorni scorsi a Trapani si è tenuto un incontro organizzato da Unione Piloti, una delle due associazioni dei piloti dei porti (la meno rappresentativa in termini di aderenti), per affrontare il delicato tema delle nuove regole che disciplineranno funzione, organizzazione e retribuzione del pilotaggio nei porti italiani. “Al centro della discussione vi è stata […]
Nei giorni scorsi a Trapani si è tenuto un incontro organizzato da Unione Piloti, una delle due associazioni dei piloti dei porti (la meno rappresentativa in termini di aderenti), per affrontare il delicato tema delle nuove regole che disciplineranno funzione, organizzazione e retribuzione del pilotaggio nei porti italiani.
“Al centro della discussione vi è stata l’analisi delle modifiche contenute nelle indicazioni diffuse lo scorso agosto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in merito ai criteri e meccanismi tariffari per il servizio di pilotaggio” spiega infatti l’associazione in una nota. “Spetterà all’intera categoria, indipendentemente dall’appartenenza all’una o all’altra sigla sindacale (l’altra è Fedepiloti, ndr), decidere il da farsi su un tema importante come quello del ricorso” (al Tar del Lazio) ha aggiunto il Capitano di lungo corso Vincenzo Bellomo.
Secondo lo scenario delineato dall’avvocato marittimista Paolo Malaguti all’Unione Piloti le strade da seguire possono essere diverse: “Tra le varie proposte scaturite, lo sciopero (impraticabile poiché si potrebbe incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio), una moratoria delle tariffe, un ricorso alla Corte di Giustizia Europea, soltanto due sono risultate praticabili: un provvedimento di autotutela del Mit oppure un ricorso al Tar del Lazio” si legge nella nota.
Il legale ha spiegato loro che, per “quanto concerne l’autotutela, appare molto difficile che il Mit annulli un suo provvedimento. Se così fosse è molto probabile che l’annullamento possa essere impugnato da parte degli armatori. Tuttavia, pur non trattandosi di un atto immediatamente lesivo, il documento del 10/08/20 firmato dal Direttore Generale del Mit dott. Mauro Coletta andrebbe impugnato attraverso un ricorso al Tar del Lazio in quanto si tratterebbe del fondamento su cui verrebbe creata l’impalcatura del prossimo Decreto Tariffario che, una volta divenuto definitivo, sarà difficile modificare”.
In conclusione il suggerimento finale che l’avvocato Malaguti ha rivolto all’intera categoria dei piloti di porto è di “adoperarsi affinché il Mit possa in autotutela rivedere i contenuti del documento ed evitare, non avendo la certezza che ciò avvenga, che scadano i termini del ricorso al Tar del Lazio. Ovviamente – ha precisato – l’eventuale ricorso vedrebbe verosimilmente l’opposizione degli armatori”.
Bellomo ha chiuso il convegno chiarendo che “l’Unione Piloti questa volta non farà il Don Chisciotte e che, all’indomani della riunione, spetterà all’intera categoria, indipendentemente dall’appartenenza all’una o all’altra sigla sindacale, decidere il da farsi su un tema importante come quello del ricorso avverso i nuovi criteri e meccanismi tariffari. L’Unione Piloti, avendo acquisito il volere della maggioranza dei piloti, aspetterà alla finestra attendendo che trascorra il tempo che, come noto, è galantuomo”.
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