Il porto di Amburgo (HHLA) mette le mani sulla Piattaforma Logistica di Trieste
Un terminalista europeo, e precisamente tedesco, investirà nella Piattaforma Logistica di Trieste. SHIPPING ITALY lo scorso maggio aveva preannunciato l’interesse di un investitore tedesco per l’infrastruttura sulla quale aveva messo gli occhi anche China Merchants. La port authority ha spiegato che si tratta di Hhla (HHLA – Hamburger Hafen und Logistik AG) operatore terminalistico del […]
Un terminalista europeo, e precisamente tedesco, investirà nella Piattaforma Logistica di Trieste. SHIPPING ITALY lo scorso maggio aveva preannunciato l’interesse di un investitore tedesco per l’infrastruttura sulla quale aveva messo gli occhi anche China Merchants.
La port authority ha spiegato che si tratta di Hhla (HHLA – Hamburger Hafen und Logistik AG) operatore terminalistico del porto di Amburgo che ha siglato un accordo con i soci Icop e Francesco Parisi per entrare nel capitale del nuovo terminal portuale. A passare di mano è stato il 50,01% acquisito dalla società Hhla International GmbH.
Angela Titzrath, amministratrice delegata di Hhla, ha detto: “Negli anni passati la regione adriatica si è sviluppata in modo molto dinamico. Trieste è il porto più settentrionale del Mediterraneo e al contempo lo sbocco a sud dell’Europa centrale e orientale. Questa partecipazione costituisce un significativo ampliamento della nostra attuale rete portuale e intermodale. Il terminal ci offre la possibilità di intercettare nuovi flussi di merci in mutamento e di partecipare attivamente alla loro evoluzione. Con questa operazione ribadiamo le nostre ambizioni e la nostra volontà di crescita internazionale. Al tempo stesso intendiamo rafforzare ulteriormente i nostri terminal di Amburgo attraverso investimenti in impianti e tecnologie. Siamo un’azienda di Amburgo ma ci sentiamo a casa in Europa e operiamo a livello globale”.
Francesco Parisi, presidente del Consiglio di Amministrazione di Piattaforma Logistica Trieste, ha aggiunto: “L’ingresso di un socio della statura di Hhla in Plt è motivo di grande soddisfazione per le prospettive di crescita della società e dell’intero porto di Trieste. Le strategie di sviluppo nell’area del Centro ed Est Europeo sono state condivise con Hhla in modo armonico e le visioni dei nuovi partner sono state per noi una conferma della solidità del progetto che abbiamo sviluppato”.
Gli impianti del terminal sono situati all’interno della zona franca di Trieste e dispongono di una superficie complessiva di 28 ettari. Nella parte settentrionale si svolgono prevalentemente i traffici di sbarco e imbarco di merci varie e vengono erogati i servizi logistici. Nella zona meridionale è attualmente in costruzione il nuovo cuore del terminal: l’area di recente realizzazione entrerà in funzione nel primo trimestre del 2021 ed è progettata per la movimentazione di container e roll-on/roll-off. La capacità del terminal Plt ammonterà in totale a circa 300.000 Teu, 90.000 unità ro-ro e 700.000 tonnellate di carico generale. Vi è inoltre la possibilità di aumentare notevolmente la capacità del terminal ampliando le aree adiacenti.
“Si delinea così la creazione di un gruppo leader in Europa, in grado di sviluppare a Trieste un terminal a servizio del sistema mare-ferro dei paesi dell’Europa centro orientale, con l’obiettivo strategico di integrare le reti logistiche e portuali del nord e sud Europa” è scritto nella nota dell’AdSP del Mar Adriatico Orientale. “Alla fine dell’anno, infatti, l’operatore tedesco sottoscriverà un aumento di capitale esclusivo, diventando il primo azionista di Plt”.
La firma coincide con la fine dei lavori di costruzione della piattaforma logistica, che rappresenta una delle più grandi opere marittime costruite in Italia negli ultimi 10 anni. Per l’occasione è stata organizzata una cerimonia che si svolgerà domani, 30 settembre, alla presenza di Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo Economico, e di Angela Titzrath, amministratore delegato di Hhla.
Hhla ha sede ad Amburgo, primo porto ferroviario d’Europa, principale porto della Germania, situato sul fiume Elba, e terzo porto europeo, dopo Rotterdam e Anversa. La società tedesca è quotata in Borsa, e ha nella città di Amburgo con il 68,4%, il socio di maggioranza assoluta, mentre il 31,6% è flottante. Con 6.300 dipendenti, movimenta 7,5 milioni Teu ed esprime un fatturato di 1,3 miliardi di euro. Attualmente ha in corso investimenti in quattro terminal del porto di Amburgo, un terminal a Odessa in Ucraina e uno a Tallinn in Estonia.
Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, pur sottolineando che l’Authority giuliana non è parte attiva dell’accordo, ma ente che avrà il compito di verificare tutti gli step autorizzativi e attuativi che ne seguiranno, rileva il valore epocale dell’operazione: “Questo è il traguardo atteso da decenni in cui nord e sud Europa fanno sintesi dal punto di vista portuale e strategico, in un’alleanza che unisce Italia e Germania”.
“Evidentemente – rimarca D’Agostino – Trieste, primo porto d’Italia per volumi totali e traffico ferroviario, ha nel destino le sue radici storiche, con questo investimento sulla piattaforma logistica, ritrova appieno il bacino naturale di sbocco Centro-Nord europeo che già in passato ha fatto grande il porto franco“.
L’accordo sottoscritto con Hhla potrà garantire alla nuova area portuale la presenza di un investitore capace di garantire l’apporto finanziario necessario allo sviluppo dell’infrastruttura e in grado di convogliare a Trieste le grandi opportunità di scambio esistenti tra Europa e Far East.
A tale proposito D’Agostino conclude dicendo: “La più compiuta attuazione della Via della Seta non si esaurisce nella Belt And Road Initiative di impronta cinese. Mancava finora una visione forte da parte europea, capace di integrare e bilanciare punto di vista e interessi provenienti dall’Asia. Tale è il contributo strategico che viene oggi da Trieste, porto dall’animo internazionale come dimostrano i numerosi capitali stranieri già presenti, tra cui Turchia, Svizzera, Danimarca, Ungheria, solo per citarne i principali”.
Con un investimento di oltre 150 milioni di euro, reso possibile dall’apporto finanziario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale per 99 milioni di euro, il progetto della Piattaforma Logistica è nato per rispondere al trend di crescita del traffico merci dello scalo giuliano.
Sviluppato dalla società PLT, costituita dalla casa di spedizioni Francesco Parisi, dall’impresa di costruzioni Icop e dall’interporto di Bologna, il progetto si sviluppa su 12 ettari, in un’area collocata a sud del porto, e recupera all’utilizzo portuale e logistico un’ampia superficie, parte della quale ricavata da aree precedentemente occupate dal mare. L’acquisto successivo dell’adiacente terminal dello Scalo Legnami, ha permesso di raddoppiare la superficie originaria del progetto iniziato nel febbraio 2016, realizzando un terminal che ha così raggiunto un’estensione di 24 ettari, dotato di un doppio attracco e raccordo ferroviario e una concessione di durata trentennale.
L’integrazione della Piattaforma Logistica con le aree circostanti è stata ulteriormente rafforzata con la recente firma dell’Accordo di Programma del Ministero dello Sviluppo Economico, per l’attuazione del progetto di riconversione industriale e sviluppo produttivo nell’area della ferriera di Servola. L’accordo mira a rilanciare il comprensorio industriale dove sorgeva l’altoforno, spento nei mesi scorsi, dopo 123 anni di attività. L’obiettivo è far nascere al posto della ferriera un polo logistico sostenibile a servizio del porto e dell’economia del territorio. In base all’accordo, gli anni previsti per la riconversione sono 5, con una suddivisione in 3 fasi distinte, e un valore di 98 milioni.
In un’ottica di sviluppo portuale, va rilevato che sull’ex area a caldo si svilupperà il raccordo ferroviario della stazione di Servola, che potrà accogliere treni completi da 750 metri, nonché uno snodo autostradale diretto sulla Grande viabilità. Vale a dire che saranno poste le basi per il successivo avvio dei lavori del Molo VIII, previsto dal Piano regolatore portuale approvato nel 2016. Si tratta di un ulteriore investimento di oltre 400 milioni di euro, che rappresenterà uno degli sbocchi di lavoro più importanti per il territorio della Regione FVG, dando lavoro a circa 500 addetti.
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