Gare per il rimorchio portuale in Italia: gli allarmi di Federimorchiatori e Assorimorchiatori
In occasione del convegno web organizzato per celebrare i 40 anni del sindacato dei lavoratori Filt-Cgil, le associazioni di categoria dei rimorchiatori italiani, vale a dire Federimorchiatori e Assorimorchiatori, hanno sollevato alcuni tempi che riguardano da vicino anche i marittimi. Luca Vitiello, presidente di Assorimorchiatori, risponda a una domanda su condizioni di sicurezza e di […]
In occasione del convegno web organizzato per celebrare i 40 anni del sindacato dei lavoratori Filt-Cgil, le associazioni di categoria dei rimorchiatori italiani, vale a dire Federimorchiatori e Assorimorchiatori, hanno sollevato alcuni tempi che riguardano da vicino anche i marittimi.
Luca Vitiello, presidente di Assorimorchiatori, risponda a una domanda su condizioni di sicurezza e di lavoro usurante per chi opera a bordo, ha detto: “In Italia l’attività media di manovra anche nei porti più importanti non supera le 4/5 ore, questo vuol dire che per le rimanenti 19/20 ore il rimorchiatore è in attesa e l’equipaggio è a riposo. Su questo tema dei tempi di attesa e di operatività mi piacerebbe potermi confrontare sia a livello nazionale che locale in maniera più libera da preconcetti rispetto a quanto avvenuto fino ad oggi” ha affermato Vitiello rivolto al segretario nazionale Natale Colombo.
Poi il numero uno di Assorimorchiatori ha aggiunto: “Sappiamo che in Italia quasi tutte le concessioni sono scadute o sono in scadenza, nei prossimi 2-3 anni verranno selezionati i nuovi concessionari attraverso delle gare europee. Gare a cui sono invitate anche aziende europee che cercheranno di esportare qui in Italia le loro organizzazioni del lavoro, che sono organizzazioni che prevedono tempi di permanenza a bordo certamente più lunghi di quelli che prevediamo noi in Italia. Sono turnistiche che prevedono anche 4, 5 o 6 settimane di permanenza a bordo”. Per Vitiello, dunque, “qualora il confronto anche con i marittimi italiani avesse questo tipo d’evoluzione, con un allungamento delle permanenze a bordo, ecco che il lavoro diventerebbe più pesante. Si potrebbe allora sì parlare anche di lavoro usurante, non tanto per la fatica fisica ma per quello che vuol dire rimanere a bordo per 4-5 settimane lontano da casa, dagli affetti, dalla propria terra. In questo senso allora sì che ci sarebbero gli estremi per aprire questa discussione”.
A queste parole ha fatto seguito l’intervento di Stefania Visco, presidente di Federimorchiatori, che ha a sua volta sottolineato come “l’anno prossimo ci saranno gare praticamente in tutti i porti maggiori e, anche avendo cambiato il sistema di accesso al mercato attraverso gare, questo non ha interrotto la virtuosità delle società rispetto agli investimenti. Tutte le aziende si stanno preparando per le gare attrezzandosi con flotte altamente tecnologiche e con standard di sicurezza elevatissimi”.
Per ciò che riguarda gli investimenti in tecnologia nel rimorchio portuale, Visco ha dichiarato che “l’investimento tecnologico andrebbe fatto anche per quanto riguarda il coordinamento portuale. Mi riallaccio anche al tema della sicurezza: tecnologia vuol dire anche avere coordinamento, cioè la possibilità di avere navi con il gigantismo navale che entrano nei nostri porti con coordinamento fra servizi tecnico-nautici. L’innalzamento della sicurezza nei porti sta anche nel fatto che i tempi di approdo, inteso come tempo di ormeggio, fine operazioni e disormeggio, siano i più celeri possibili. L’efficienza e l’efficacia delle manovre portuali è una cosa che aumenta la sicurezza e l’appetibilità dei porti italiani”.
Secondo la presidente di Federimorchiatori “non è vero che c’è una buona programmazione degli approdi, cosa che invece consentirebbe anche di organizzare meglio il lavoro dei lavoratori marittimi nell’arco della giornata. Le commissioni accosti che dovrebbero funzionare in tutti porti non sempre lavorano mentre dovrebbe essere un’attività quotidiana. In tema di tecnologia questi passi si devono compiere”.
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