Musolino stila l’elenco delle attività compiute nei porti veneti durante il suo mandato
Una soluzione immediata per gli escavi dei canali portuali e per il conferimento dei sedimenti che permetta di ristabilire e mantenere una piena accessibilità nautica; una cabina di regia efficiente che consenta i traffici portuali anche quando gli scali di Venezia e Chioggia saranno ad accesso regolato per l’entrata in funzione del Sistema Mose; una […]
Una soluzione immediata per gli escavi dei canali portuali e per il conferimento dei sedimenti che permetta di ristabilire e mantenere una piena accessibilità nautica; una cabina di regia efficiente che consenta i traffici portuali anche quando gli scali di Venezia e Chioggia saranno ad accesso regolato per l’entrata in funzione del Sistema Mose; una decisione politica che renda possibile la razionalizzazione del traffico crocieristico in Laguna e che permetta di dar seguito al decreto Clini-Passera secondo le proposte economicamente e ambientalmente sostenibili avanzate già a partire dal 2017 dall’Autorità; l’avvio dell’operatività della Zls in modo tale da sfruttare anche la realizzazione dei primi lavori di infrastrutturazione del nuovo terminal container Montesyndial.
Sono queste le priorità immediate per i porti veneti delineate dal commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Pino Musolino, nel corso di una conferenza stampa indetta per tracciare un bilancio del suo mandato al vertice e indicare una serie di direttrici di sviluppo degli scali lagunari.
Sviluppo che, secondo lo stesso Musolino, passa nel breve periodo anche per un convinto sostegno dei trasporti intermodali su ferro a servizio della manifattura veneta con un necessario coinvolgimento finanziario della Regione e connettendo anche il porto di Chioggia via ferrovia alle aree produttive del Nord-Est d’Italia. Contemporaneamente, andranno ricercati attivamente nuovi accordi commerciali con i principali hub portuali mediterranei per attivare servizi di feederaggio di container, dal momento che si è finalmente giunti a uno sblocco degli escavi in laguna. Il terminal Gnl di prossima costruzione andrà inoltre fortemente sostenuto, per rendere il sistema portuale veneto uno tra i primi al mondo per il ricorso ai carburanti transizionali.
Gli ultimi tre anni hanno visto soprattutto un’intensa attività di riordino finanziario dell’ente: “Con un piano volontario avviato nel 2019 – chiarisce Musolino – abbiamo ridotto i debiti dell’AdSP di 45 milioni di euro rispetto a un’esposizione debitoria massima di 128 milioni raggiunta nel 2013 e dei debiti del gruppo di 83 milioni, rispetto al massimo di 166 milioni raggiunti nel medesimo anno. Il tutto per liberare risorse utili per intervenire sulle criticità infrastrutturali, logistiche e operative e per risolvere situazioni economiche e finanziarie potenzialmente pericolose per l’Ente”. L’azione di riordino finanziario si è svolta principalmente su tre livelli: la riorganizzazione delle partecipate, il riequilibrio del Pef della società Venice RoPort Mos operante nel terminal di Fusina e la progressiva integrazione fra le strutture societarie veneziane e clodiensi.
È stata soprattutto la congiuntura internazionale, però, a segnare l’ultimo triennio, influenzando fortemente anche le attività portuali. “Ciononostante – sottolinea il commissario straordinario – il sistema portuale ha retto sia l’urto del rallentamento economico globale sia della crisi sanitaria, movimentando dal 2017 al primo semestre del 2020 oltre 95 milioni di tonnellate, oltre 2,1 milioni di Teu (tutti in homeport a servizio del tessuto economico locale e con zero transhipment) e oltre 25 milioni di tonnellate di rinfuse secche”.
Musolino poi ha ancora aggiunto: “Ricordo che nel 2018 abbiamo raggiunto il record storico per il porto veneziano in tutti i settori di traffico e avremmo potuto superarlo ulteriormente nel 2019, nonostante la difficile congiuntura, se fossimo stati messi nelle condizioni di utilizzare gli oltre 20 milioni di euro accantonati per gli escavi manutentivi dei canali, fattispecie realizzatasi solo negli ultimi mesi del 2020 grazie a un lavoro certosino di collaborazione con gli altri enti preposti e con il Governo”.
Nel 2020 l’Autorità ha coordinato i lavori portuali nel corso dell’emergenza Covid-19, contribuendo a garantire la continuità delle operazioni a beneficio del sistema produttivo nordestino e del mantenimento dell’occupazione. Fra le attività svolte, l’AdSP segnala che “negli ultimi tre anni sono stati manutenuti 24 km di strade e 350 mila mq di piazzali per oltre 800 mila euro, 45 km di rete ferroviaria e 62 km di scambi per oltre 500 mila euro, sono stati scavati e conferiti oltre 700 mc di fanghi per un importo di oltre 11 milioni di euro. Complessivamente sono stati svolti lavori per 45,4 milioni di euro e sono in corso o in progettazione nel periodo 2017-2020 ulteriori 286 milioni di euro di lavori tra opere di banchina e marginamenti, viabilità, interventi su fabbricati, escavi, impiantistica, opere ferroviarie, manutenzione segnalamenti e rilievi idrografici”.
La port authority veneta evidenzia infine di essersi vista approvare ben 23 progetti europei per oltre 35 milioni di euro di finanziamenti a beneficio delle attività portuali di Venezia e Chioggia.
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