Autoproduzione: Gariglio all’attacco degli armatori “di comodo” e “sovvenzionati dallo Stato”
Davide Gariglio, deputato Pd primo firmatario dell’emendamento inserito nel decreto Rilancio che limita il diritto delle compagnie di navigazione all’autoproduzione solo nei porti non attrezzati con imprese portuali e agenzie ex art.17 legge 84/94, non è completamente sodisfatto dalla risposta ella Ministra dei trasporti Paola De Micheli all’interrogazione sui presunti casi di auto-rizzaggio e derizzaggio […]
Davide Gariglio, deputato Pd primo firmatario dell’emendamento inserito nel decreto Rilancio che limita il diritto delle compagnie di navigazione all’autoproduzione solo nei porti non attrezzati con imprese portuali e agenzie ex art.17 legge 84/94, non è completamente sodisfatto dalla risposta ella Ministra dei trasporti Paola De Micheli all’interrogazione sui presunti casi di auto-rizzaggio e derizzaggio del carico a bordo avvenuti nel porto di Genova nei giorni scorsi.
“Siamo parzialmente soddisfatti e parzialmente insoddisfatti” ha detto Gariglio rivolgendosi alla Ministra dopo il suo intervento. “Ci chiediamo cosa ancora debba attendere la Capitaneria di porto per accertare quello che è successo. Le operazioni in autoproduzione possono avvenire unicamente se sono autorizzate. Vengono autorizzate solo se la richiesta viene fatta e la richiesta può essere fatta quando il porto non abbia una struttura di personale dei terminal o delle compagnie portuali idonea a farle. Ma noi parliamo del porto di Genova, del più grande porto del Mediterraneo che è assolutamente autorizzato a fare queste operazioni”.
Gariglio non ha dubbi: “In quel caso c’è stata una palese violazione di legge perché non era stata chiesta l’autorizzazione ad opera della nave di fare operazioni portuali”.
Poi il deputato Pd allarga il tiro all’armamento nazionale: “Qui c’è un problema: che le leggi del Parlamento italiano, votate da questa Camera con un emendamento al Decreto 34, non possono essere impunemente sfidate, non solo da armatori di comodo ma in questo caso da armatori che battono bandiera italiana e che sono ampiamente sovvenzionati da questo Stato. Questa situazione è inaccettabile, mette a rischio i lavoratori marittimi che non sono attrezzati, mette a rischio la sicurezza della nave perché queste operazioni a volte sono fatte con la nave in movimento, e danneggia le imprese portuali che pagano le tasse e le concessioni per stare nei porti e fare un lavoro che si vedono sottratto dai lavoratori degli armatori”.
In conclusione l’esponente parlamentare chiede che il Ministero “attui celermente la norma con il decreto ministeriale perché è la grande occasione per mettere ordine nel mercato e far sì che i portuali facciano i portuali, i marittimi facciano i marittimi, e ci sia sicurezza per gli uni, per gli altri, per le navi e per i passeggeri”.
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