La nuova emergenza per il porto di Venezia si chiama conca di navigazione di Malamocco. Musolino: “Da ampliare”
Da quando il Mose è entrato in funzione, ormai diverse volte, per proteggere la laguna veneta dall’alta marea, a Porto Marghera è diventata di estrema attualità la necessità di adottare misure e strumenti utili a far convivere le attività economiche in banchina con la protezione della città. Ancora pochi giorni fa il rinnovato presidente di […]
Da quando il Mose è entrato in funzione, ormai diverse volte, per proteggere la laguna veneta dall’alta marea, a Porto Marghera è diventata di estrema attualità la necessità di adottare misure e strumenti utili a far convivere le attività economiche in banchina con la protezione della città.
Ancora pochi giorni fa il rinnovato presidente di Confetra Nord Est, Paolo Salvaro, ha fatto presente che attualmente “una conca di navigazione non è funzionate per un grave danno a una delle porte lato mare. Ci sarebbero comunque rallentamenti, ma adesso, a paratoie alzate non passa proprio nulla. Tramite la Venice Port Community, alla quale abbiamo formalmente aderito giovedì scorso, stiamo proprio dialogando con la Commissaria al Mose, Elisabetta Spitz, per capire cosa vogliono fare”.
Come spiegato puntualmente anche sul sito web del Mose, sulla sponda sud della bocca di Malamocco è stata realizzata una conca di navigazione per consentire il passaggio delle navi durante l’operatività delle paratoie. La conca, se non fosse danneggiata una delle bocche d’ingresso, sarebbe predisposta per accogliere navi con lunghezza fino a 280 metri, larghezza massima di 39 metri e pescaggio fino a 12 metri. Un limite troppo penalizzante per un porto moderno e nell’era del gigantismo navale che rende più larghe e lunghe rispetto al passato anche le navi impiegate su rotte ‘continentali’.
In merito all’operatività dei porti di Venezia e di Chioggia in presenza del sistema Mose attivo è intervenuto il Commissario straordinario dell’AdSP del Mar Adriatico settentrionale, Pino Musolino, dichiarando: “L’AdSP già dal 2017 ha ripetutamente sottolineato la necessità di adeguare la conca di navigazione di Malamocco in modo tale da rendere sicuro e agevole il passaggio di navi fino a 320 metri di lunghezza e ha presentato in questo senso dei precisi suggerimenti, idee e anche ipotesi progettuali al PIOPP (Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche, ndr)”.
A proposito invece dell’ipotesi di realizzazione del cosiddetto ‘porto regolato’, la port authority dice di aver “già fatto presente al Mit, depositando una proposta in Commissione Trasporti del Senato e al Comitatone 2019 a Palazzo Chigi, l’opportunità di insediare in laguna una centrale operativa, simile a quelle in funzione in alcuni porti del Nord Europa, che, a fronte delle informazioni ricevute dalla sala operativa decisionale del Mose, possa gestire e programmare in tempo reale il traffico, al tempo stesso coordinando le comunicazioni con tutti gli operatori portuali. Il buon funzionamento del traffico portuale è sicuramente questione di preminente interesse nazionale e quindi ogni scelta viene sviluppata e discussa in un quadro di competenze e responsabilità condivise anche con gli enti locali e soprattutto con il Ministero di riferimento”.
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