Peggiorano i numeri di Saipem che cerca di sbarcare altri lavoratori del settore marittimo
Nella seconda parte del 2020 non migliora la situazione finanziaria di Saipem come dimostrano i risultati del gruppo al 30 settembre scorso. Dall’ultima trimestrale si apprende infatti che nei primi nove mesi del 2020 i ricavi sono stati pari a 5,3 miliardi (6,748 miliardi nei primi nove mesi del 2019), di cui 1,7 nel terzo […]
Nella seconda parte del 2020 non migliora la situazione finanziaria di Saipem come dimostrano i risultati del gruppo al 30 settembre scorso. Dall’ultima trimestrale si apprende infatti che nei primi nove mesi del 2020 i ricavi sono stati pari a 5,3 miliardi (6,748 miliardi nei primi nove mesi del 2019), di cui 1,7 nel terzo trimestre; l’Ebitda è stato di 353 milioni di euro (866 milioni nei primi nove mesi del 2019), di cui 82 milioni nel terzo trimestre; il risultato operativo (Ebit) ha fatto registrare una perdita di 772 milioni di euro (utile di 402 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019), di cui 61 milioni di rosso nel terzo trimestre; il risultato netto si è rivelato negativo per 1,016 miliardi di euro (utile di 44 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019), con una perdita di 131 milioni nel terzo trimestre. Svalutazioni e oneri hanno pesato per 806 milioni di euro, di cui 53 milioni tra luglio e settembre, mentre i nuovi ordini hanno superato i 5,3 miliardi e l’orderbook residuo è di poco superiore a 21 miliardi.
L’amministratore delegato di Saipem, Stefano Cao, ha così commentato l’andamento dell’azienda: “In un contesto economico generale ancora fortemente condizionato dall’emergenza pandemica, Saipem ha assicurato ai propri clienti la sostanziale continuità delle attività operative in tutti i cantieri progettuali nella massima attenzione alla salute delle persone e nel rispetto delle regole sanitarie imposte a livello mondiale. La performance operativa del terzo trimestre, in miglioramento rispetto al precedente, dimostra la capacità di reazione e adattamento dell’azienda. Il cospicuo e diversificato backlog e la consistente liquidità rappresentano un affidabile ancoraggio per consentirci di essere protagonisti nei nuovi settori di mercato aperti dalla rivoluzione verde e dalla digitalizzazione quali la decarbonizzazione, i sistemi integrati di produzione di energia e le infrastrutture per la mobilità sostenibile già oggetto, peraltro, delle nostre proposte progettuali presentate a livello nazionale nell’ambito della strategia dell’European Green Deal”.
Per l’intero 2020 sono confermate le iniziative di efficienza sui costi di struttura ed operativi, razionalizzazioni che riguardano anche il personale imbarcato sulle navi e sulle piattaforme del gruppo. L’Azienda propone, per l’anno 2021, un piano di uscite agevolate anche per 12 lavoratori del settore marittimo tramite adesione volontaria al prepensionamento da attuarsi mediante stipula di un apposito accordo sul quale ad oggi non è ancora stata trovata un’intesa con i sindacati.
Per ciò che riguarda la sola divisione Offshore Drilling i ricavi dei primi nove mesi del 2020 ammontano a 234 milioni di euro, in diminuzione del 37,9% rispetto al corrispondente periodo del 2019, per effetto principalmente della nave di perforazione S10000 interessata da lavori di rimessa in classe e delle piattaforme semisommergibili Scarabeo 7, Scarabeo 8 e Scarabeo 9, inattive. Il decremento è stato in parte compensato dai maggiori ricavi derivanti dalla piena attività della piattaforma semisommergibile Scarabeo 5, inattiva nel corrispondente periodo del 2019, e del jack up Sea Lion 7 che ha iniziato le attività di perforazione a inizio 2020.
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