Bruxelles pronta a finanziare le demolizioni navali nei cantieri Ue
La Commissione Europea sarebbe pronta a rivedere entro il 2023 il Regolamento (UE) n.1257/2013 relativo al riciclaggio delle navi, introducendo un incentivo finanziario per rendere più appetibile la demolizione nei cantieri europei. La ‘correzione’ nascerebbe dalla constatazione che la normativa, allo stato attuale, non ha prodotto gli effetti desiderati, dato che molti armatori europei (cui […]
La Commissione Europea sarebbe pronta a rivedere entro il 2023 il Regolamento (UE) n.1257/2013 relativo al riciclaggio delle navi, introducendo un incentivo finanziario per rendere più appetibile la demolizione nei cantieri europei.
La ‘correzione’ nascerebbe dalla constatazione che la normativa, allo stato attuale, non ha prodotto gli effetti desiderati, dato che molti armatori europei (cui il Regolamento si applica) continuano a preferire per la trasformazione in scrap delle loro navi le strutture del Sud Est asiatico. Una prassi resa possibile dal passaggio intermedio dell’outflagging, cioè la cessione a intermediari (chiamati cash buyer) che acquistano le unità e le passano a bandiere di comodo per poi poterle appunto avviare a demolizione in cantieri non inclusi nell’elenco approvato dalla Commissione. L’incentivo finanziario avrebbe pertanto lo scopo di colmare il divario di profitto tra strutture incluse ed escluse dall’elenco. In aggiunta la Commissione starebbe valutando la possibilità di includere nel campo di applicazione del Regolamento il Beneficial owner delle navi (verosimilmente come criterio per identificarne la nazionalità, al fianco di quello della bandiera battuta), introducendo dunque il nuovo concetto di EU Beneficiary ownership.
Ad oggi la Commissione ha condiviso la proposta di revisione con gli Stati membri. Questa sarà discussa in un incontro in programma per il prossimo 26 novembre, nel quale si parlerà anche dell’eventuale inclusione di nuovi impianti non Ue nell’elenco europeo (ad oggi la lista ne include 7, ovvero sei cantieri turchi dell’area di Aliaga più la statunitense International Shipbreaking Limited). La Commissione al riguardo ha condiviso inoltre una nota riguardante il Divieto di Basilea (Basilea Ban) secondo la quale per l’inclusione nella European List di un cantiere indiano sarebbe prima necessaria la conclusione di un accordo o un’intesa bilaterale tra Ue e India.
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