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Enel, AdSP e Adm per realizzare una Zona Franca Doganale a Brindisi
Il percorso di transizione energetica di Enel offrirà nuove opportunità di sviluppo e diversificazione anche al porto di Brindisi. La zona industriale dello scalo, tra cui alcune aree della centrale ‘Federico II’, potrebbero essere riutilizzate in un’ottica di economia circolare e di nuove opportunità per il territorio e l’occupazione. Tra queste, la possibilità di essere […]
Il percorso di transizione energetica di Enel offrirà nuove opportunità di sviluppo e diversificazione anche al porto di Brindisi. La zona industriale dello scalo, tra cui alcune aree della centrale ‘Federico II’, potrebbero essere riutilizzate in un’ottica di economia circolare e di nuove opportunità per il territorio e l’occupazione. Tra queste, la possibilità di essere ricomprese nel processo in atto per il riconoscimento di una Zona Franca Doganale (Zfd), una nuova opportunità per incrementare il traffico merci nell’area brindisina.
Lo ha spiegato in una nota l’AdSP del Mar Adriatico Meridionale illustrando i possibili scenari esaminati nel corso di un confronto video tra il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna, il presidente della port authority pugliese, Ugo Patroni Griffi, e il direttore di Enel Italia, Carlo Tamburi. Il riutilizzo di strutture esistenti nel rispetto dei principi dell’economia circolare secondo l’AdSP permetterà notevoli vantaggi ambientali nel territorio brindisino grazie all’estensione della vita delle aree che verranno riconvertite, economici, con la valorizzazione di competenze e asset esistenti, e sociali, attraverso la creazione di nuove opportunità per il tessuto imprenditoriale e i lavoratori locali.
“Le Zone Franche Doganali sono il volano strategico delle Zes. Le imprese che si insediano in queste aree, in aggiunta ai vantaggi delle Zes (semplificazioni e credito d’imposta), hanno la possibilità di gestire le merci in transito e di produrre autentico ‘made in Italy’ in sospensione di Iva e dazi” ha affermato Patroni Griffi, aggiungendo che “anche l’aspetto gestionale e amministrativo è favorevole per le imprese in quanto si applica direttamente il Regolamento Ue. Le Zfd sono dunque calamite per nuovi insediamenti logistici e industriali. Fortemente ricercate dal mercato, soprattutto in un momento in cui la fragilità della supply chain, messa a nudo dalla pandemia, sta inducendo molte imprese a localizzare gli impianti in Europa”.
Secondo il numero uno della porty authority “Brindisi è il candidato ideale per la Zfd disponendo di un retroporto dotato di un’ottima infrastruttura ferroviaria e stradale e di enormi aree attualmente inutilizzate. L’attenzione di un player come Enel ci consentirà di sviluppare sinergicamente il piano che potrà essere attuato una volta individuate le aree di proprietà di Enel da includere nella Zfd e quelle afferenti al Demanio marittimo candidate a Zfd e di cui l’Autorità si appresta a completare l’infrastrutturizzazione come previsto dal piano regolatore portuale. Il progetto che oggi prende il via ci permette di guardare con fiducia al futuro del porto di Brindisi e di governare il processo di transizione energetica senza pregiudicare le aspettative delle imprese e dei lavoratori nonché di conferire al porto quella centralità nello sviluppo dei traffici che negli ultimi anni si è un po’ appannata per la carenza di una visione di lungo periodo e di infrastrutture non idonee ad accogliere le richieste attuali della portualità”.
La zona franca doganale potrà essere dunque un ulteriore tassello per accompagnare il processo di transizione energetica che prevede a Cerano la progressiva dismissione dell’impianto a carbone e la realizzazione di nuovo polo energetico innovativo costituito da impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo di energia e un impianto a gas ad altissima efficienza che adotta le migliori tecnologie disponibili.