Messina (Assarmatori) chiede sgravi contributivi sui marittimi italiani anche per le navi comunitarie
Assarmatori vuole i benefici del Registro Internazionale italiano, in particolare quelli relativi agli sgravi contributivi sui marittimi imbarcati, anche per le navi di shipping company europee non basate in Italia. E’ questa, come prevedibile, la principale richiesta della nuova associazione di categoria degli armatori al Governo italiano in vista della prossima estensione (chiesta da Bruxelles) […]
Assarmatori vuole i benefici del Registro Internazionale italiano, in particolare quelli relativi agli sgravi contributivi sui marittimi imbarcati, anche per le navi di shipping company europee non basate in Italia. E’ questa, come prevedibile, la principale richiesta della nuova associazione di categoria degli armatori al Governo italiano in vista della prossima estensione (chiesta da Bruxelles) del Registro Internazionale anche ad altre bandiere comunitarie. Fino ad oggi, però, i benefici fiscali e contributivi erano riservati solo alle società con stabile organizzazione in Italia.
Assarmatori esalta gli stanziamenti previsti dall’Italia all’economia del mare: 2 miliardi per rinnovare e rendere green le flotte dei traghetti del corto (500 milioni) e lungo raggio (1,5 miliardi), oltre 1 miliardo per lo sviluppo del cold ironing (l’elettrificazione delle banchine) nei porti e 3 miliardi per lo sviluppo della mobilità a idrogeno. “Questi i numeri che danno il senso di una vera e propria virata nella politica marittima italiana, con il riconoscimento a questo settore di una valenza di infrastruttura strategica pari alla rete autostradale e ferroviaria del Paese” sottolinea l’associazione.
Muovendo da questa considerazione, frutto di un’analisi dei contenuti del Piano Next Generation Eu (risorse destinate all’Italia per 209 miliardi di euro) e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) del Governo italiano, Stefano Messina ha rilanciato questa mattina, aprendo online l’assemblea annuale di Assarmatori (poi interrotta per problemi tecnici), quella che viene definita una vera e propria sfida per il mare.
“Motivazioni queste più che valide per ottemperare alle indicazioni dell’Unione Europea che, nell’approvare il regime di aiuti del cosiddetto Registro Internazionale Marittimo, ha chiesto all’Italia di estenderne i benefici anche ai marittimi arruolati da imprese europee e imbarcati su navi battenti bandiere dell’Unione” sono le parole di Messina. Che poi ancora aggiunge: “Gli sgravi contributivi sul costo del lavoro concessi dalla legge 30/98 (istitutiva del Registro Internazionale) hanno permesso di invertire la tendenza negativa degli anni ‘80 e di far crescere un’occupazione italiana che ora è tornata a stagnare. Oggi l’unica possibilità di crescita dell’occupazione marittima italiana è legata alla possibilità dei nostri marittimi di lavorare sulle navi armate dalle imprese europee e battenti bandiere dell’Unione. La Commissione Europea lo chiede e siamo convinti che questa modifica dell’impianto normativo porterà grandi sviluppi dell’occupazione”.
In conclusione il presidente di Assarmatori ha detto (tramite una nota): “Stanziamenti degni di un vero e proprio Piano Marshall per la flotta e ampliamento del regime del Registro rappresentano quindi la grande, doppia, occasione per lo sviluppo del settore (il solo traffico crocieristico impatta per 13 miliardi sull’economia italiana generando 120.000 posti di lavoro) e quindi l’innesco di un effetto moltiplicatore sull’economia del Paese”.
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