Estensione Registro Internazionale: la Ministra De Micheli non si sbilancia e butta la palla a Bruxelles
Chi si aspettava una risposta esaustiva, o quantomeno un’indicazione chiara, dalla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, sull’estensione degli sgravi contributivi previsti dal registro Internazionale Italiano alle navi europee di società basate all’estero è rimasto deluso. Intervenendo all’annual meeting di Assarmatori, alla domanda su quale fosse il suo pensiero rispetto alla richiesta dell’associazione presieduta da […]
Chi si aspettava una risposta esaustiva, o quantomeno un’indicazione chiara, dalla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, sull’estensione degli sgravi contributivi previsti dal registro Internazionale Italiano alle navi europee di società basate all’estero è rimasto deluso.
Intervenendo all’annual meeting di Assarmatori, alla domanda su quale fosse il suo pensiero rispetto alla richiesta dell’associazione presieduta da Stefano Messina di consentire alle navi battenti bandiere comunitarie di poter accedere ai benefici previdenziali sui marittimi italiani imbarcati a bordo, la ministra ha detto: “Vogliamo provare a spingere affinché ci sia flessibilità da parte dell’Europa di questi strumenti”. Il riferimento era anche al recovery Fund.
Poi la de Micheli ha aggiunto: “Attenzione: ho notato che qualcuno in giro per l’Europa si è accorto di quanto l’Italia stia investendo sull’economia del mare. Dagli uffici della Commissione Europea noto molta più attenzione su questi temi rispetto ad altri”. Secondo la ministra “altre economie del mare europee si sono rese conto che l’Italia vuole fare un grosso salto di qualità, che facciamo sul serio. Qualche piccolo ostacolo lo stiamo vedendo. Su questo tema (del Registro Internazionale, ndr) da Bruxelles vedo che non c’è indifferenza”.
Un ragionamento dal quale non è stato possibile comprendere se il suo dicastero e il Governo intendano o meno estendere i benefici previdenziali sui marittimi italiani previsti dal registro Internazionale anche alle shipping company con navi battenti bandiere comunitarie e senza stabile organizzazione in Italia. C’è tempo fino a febbraio per risolvere la questione.
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