Nel Recovery Fund oltre 27 miliardi per porti e trasporti: ecco le misure previste
Nel movimentato (per via della positività al Covid-19 della ministra Lamorgese) Consiglio dei Ministri di oggi, lunedì 7 dicembre, è stata analizzata una prima bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza previsto del piano europeo Next Generation Eu. Nuova diga del porto di Genova, interventi di ultimo miglio ferroviario, scali di Genova e Trieste, […]
Nel movimentato (per via della positività al Covid-19 della ministra Lamorgese) Consiglio dei Ministri di oggi, lunedì 7 dicembre, è stata analizzata una prima bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza previsto del piano europeo Next Generation Eu. Nuova diga del porto di Genova, interventi di ultimo miglio ferroviario, scali di Genova e Trieste, Sportello unico doganale (ma probabilmente si intende Sportello unico dei controlli alle merci), Uirnet e rinnovo delle navi impiegate nel trasporto pubblico locale sono le misure che spiccano nel documento a proposito di investimenti in trasporti e logistica.
La missione del piano ribattezzata “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” si concretizza in due linee di azione che prevedono quattro progetti tra riforme e investimenti, per un ammontare complessivo di risorse pari a 27,7 miliardi di euro.
La prima componente – Alta velocità di rete e manutenzione stradale 4.0 – prevede la realizzazione di “una serie di opere infrastrutturali sia sulla rete ferroviaria sia su quella stradale per facilitare la mobilità dei cittadini e delle merci, contribuendo anche a renderla sostenibile”. Opere Ferroviarie per la mobilità e connessione veloce del Paese: opere ferroviarie volte a realizzare l’AVR, a rafforzare i collegamenti Nord-Sud ed Est-Ovest del Paese così come i corridoi europei TEN-T, e ad innalzare gli standard tecnologici e di sicurezza della rete e dei suoi principali nodi. Un obiettivo chiave è estendere l’Alta Velocità al Sud per migliorare la connettività del paese, riducendo significativamente i tempi di viaggio. Le opere ferroviarie al Nord sono invece sinergiche con gli investimenti previsti sui porti di Genova e Trieste (aumenteranno la capacità di trasporto merci su ferro dai porti verso l’Europa centrale), mentre le opere ferroviarie nel Centro miglioreranno i collegamenti di rete Est-Ovest.
In particolare, “nel Nord del paese si potenzieranno le tratte ferroviarie Milano-Venezia, Verona-Brennero, Liguria-Alpi e Torino-Lione, migliorando i collegamenti con i porti di Genova e Trieste; nel Centro del paese si rafforzeranno due assi Est-Ovest (Roma-Pescara e Orte-Falconara) riducendo significativamente i tempi di percorrenza ed aumentando le capacità”. Infine “si estenderà l’Alta Velocità al Sud lungo le direttrici Napoli-Bari e Salerno-Reggio- Calabria, velocizzando anche il collegamento diagonale da Salerno a Taranto e la linea Palermo-Catania-Messina”.
Per la realizzazione rapida di queste opere è previsto “un intervento volto ad accelerare l’iter di approvazione dei contratti di programma con Rete Ferroviaria Italiana, semplificando le procedure ed eliminando fasi ridondanti”.
La seconda componente – Intermodalità e logistica integrata – attiene al miglioramento della competitività, capacità e produttività dei porti in chiave green. Questa componente prevede due elementi progettuali: “il miglioramento della capacità e produttività dei principali porti attraverso una serie di interventi puntuali che coinvolgono, ad esempio, la diga foranea di Genova, e l’accessibilità portuale e dei collegamenti ferroviari e stradali con i porti; inoltre, la sostenibilità ambientale dei porti attraverso il miglioramento della situazione ambientale e la riduzione delle emissioni di CO2 dei porti (riducendo le emissioni inquinanti da combustibili fossili sia degli edifici, che degli impianti, che dei mezzi di servizio sia terrestri che navali)”.
I progetti di questa componente riguardano in primis porti e intermodalità collegata alle grandi linee di comunicazione europea. “Sono i porti maggiori interessati dall’intervento (Genova e Trieste), snodi strategici per l’Italia e per il commercio nel Mediterraneo per i quali si prevede lo sviluppo delle infrastrutture portuali e delle infrastrutture terrestri di interconnessione”. Sono poi previsti altri interventi su porti, infrastrutture e reti Ten-T. In questo secondo caso si parla di “interventi di sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico dei porti (Green ports) per la conversione della flotta navale con mezzi aventi un minor impatto ambientale, per l’elettrificazione delle banchine (Cold ironing), per il rinnovo in logica sostenibile del parco autotrasporto e del trasporto ferroviario merci e per la digitalizzazione dei sistemi logistici portuali e aeroportuali”.
Il Piano specifica inoltre che tali interventi avverranno in un quadro di riforme relative a: “1) la semplificazione delle operazioni di import/export attraverso l’effettiva implementazione dello sportello unico doganale, con la creazione di un apposito Portale, lo sviluppo di interoperabilità con le banche dati nazionali, il coordinamento da parte della dogana delle attività di controllo; 2) il potenziamento delle Zes (Zone economiche speciali) che, grazie alla semplificazione amministrativa, all’applicazione di una legislazione economica agevolata e all’offerta di incentivi di natura fiscale, potranno attrarre investimenti produttivi; 3) lo snellimento delle procedure di autorizzazione alla realizzazione degli impianti per il cold ironing di competenza di Terna; 4) per quanto riguarda la digitalizzazione, il coordinamento della Piattaforma strategica nazionale UIRNET con la rete dei porti al fine di attivare su tutti i porti i Port Community Systems (PCS), strumenti di digitalizzazione dei movimenti passeggeri e merci”.
La bozza esaminata dal Consiglio dei Ministri precisa inoltre che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è strettamente collegato all’Allegato al Documento di Economia e Finanza (Def) elaborato dal Mit e intitolato “#italiaveloce: L’Italia resiliente progetta il futuro”, in cui si delinea una strategia integrata e raccordata con i progetti europei per i trasporti, la logistica e le infrastrutture. “Tale documento – si legge – ha fornito la base per elaborare all’interno del Pnrr strategie e progettualità relative a diverse componenti delle Missioni ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’ e ‘Infrastrutture per la mobilità sostenibile’. Il prossimo aggiornamento dell’Allegato al Def 2021 a cura del Mit verrà redatto in stretto collegamento con la versione finale del Pnrr. Anche nel caso dei trasporti e delle infrastrutture, l’accelerazione dei programmi di investimento e innovazione stimolata dal PNRR porterà a una ridefinizione di alcune priorità e alla fissazione di obiettivi temporali più ambiziosi per il completamento di alcune grandi opere di importanza strategica”.
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