Becce chiarisce definitivamente il punto di vista suo e di Assiterminal
Contributo a cura di Luca Becce * * presidente di Assiterminal Ho letto in questi giorni dei commenti a posizioni che avrei manifestato durante l’evento webinar del 14 gennaio u.s. che mi inducono a pensare che ci sia un fraintendimento importante del mio pensiero che si riverbera inevitabilmente sull’intera Assiterminal che ho l’onore di […]
Contributo a cura di Luca Becce *
* presidente di Assiterminal
Ho letto in questi giorni dei commenti a posizioni che avrei manifestato durante l’evento webinar del 14 gennaio u.s. che mi inducono a pensare che ci sia un fraintendimento importante del mio pensiero che si riverbera inevitabilmente sull’intera Assiterminal che ho l’onore di presiedere da alcuni anni. Ciò rende necessaria un’opera di chiarimento definitivo, acché la discussione, che è inevitabile, torni nell’alveo del reale, sfrondata da elementi che ne sono estranei. Procederò per punti per rendere più chiaro il mio pensiero, che rispecchia l’elaborazione della associazione.
1. Sulla partecipazione degli armatori alla proprietà dei terminal: Assiterminal nella sua storia non si è mai permessa di valutare i propri associati in base agli assetti delle proprietà. Sono i fatti passati e presenti a dimostrarlo. Nel 2017 abbiamo favorito l’ingresso di un gruppo di terminal partecipati o controllati da MSC applicando loro condizioni economiche di ingresso particolarmente favorevoli. Ciò che ha portato alcuni di loro a decidere l’uscita dalla
associazione, al di là delle dichiarazioni ufficiali che utilizzano la motivazione economica legata alla crisi pandemica, è stata la nostra scelta di confermare l’adesione sia a Confindustria che a Confetra, a conferma della natura industriale e non ancillare verso chicchessia che noi riteniamo debba conservare la categoria degli operatori terminalistici portuali. Questa, infatti, non è la posizione generale degli armatori. Lo dimostrano nei fatti le conferme di adesione che registriamo da altri operatori partecipati, a cominciare dal mondo dei terminal crociere, i più colpiti dalla crisi pandemica e per i quali l’associazione, grazie all’azione di Galliano Di Marco, ha sviluppato e sta sviluppando una azione continua e profonda di tutela. La frattura in Assiterminal è simile a quanto accaduto in Confitarma, con la scissione che ha generato Assarmatori, questione che introduce il punto 2;
2. Sulla natura dell’associazionismo economico: in questi ultimi anni, nel mondo marittimo e portuale, si sta registrando una tendenza che porta alla aggregazione associativa intorno essenzialmente a un unico player. Credo che sia questo il modo di leggere iniziative come quella di Alis, raggruppata intorno al gruppo Grimaldi e, oggi, sotto la spinta principale di Msc, le aggregazioni sotto le insegne di federazioni di Confcommercio. Noi restiamo convinti che questa tendenza cambi la natura generale dell’associazionismo economico, facendo perdere quelle caratteristiche super partes che sono essenziali. Assiterminal sta cercando di rappresentare gli interessi comuni di tutti gli operatori, astenendosi dal prendere parte a conflitti nelle singole portualità, anche quando contrappongono un nostro associato a un
operatore non associato per ragioni commerciali o di competizione. Cerchiamo di rappresentare i temi che interessano l’intero universo degli operatori terminalistici portuali;
3. Sul comma 7 dell’art. 18: la prova è su questa questione, che oggi viene usata a mio parere strumentalmente, piegando un tema di carattere generale al contrasto o tutela di interessi specifici. Assiterminal questo tema di revisione della 84/94 lo pone dal 2010, durante il convegno per i 10 anni dell’associazione a Livorno, presidente il caro Alessandro Giannini. Io stesso lo ripresi nel mio programma di mandato nel giugno del 2017. Tempi quindi ben lontani dalla questione Psa di Genova, sulla quale non siamo mai intervenuti e che è stata
oggetto di valutazioni approfondite per più di un anno da parte di chi ne ha il dovere e il compito istituzionalmente. Il tema generale del comma 7 è invece intimamente connesso:
con la tendenza generale dell’economia, che vede nelle aggregazioni un tratto
essenziale e imprescindibile;
con la necessità di uscire della logica di competizione tra le singole portualità per
affermare la natura di sistema della portualità italiana.
4. Sull’integrazione verticale: da parte di Assiterminal non esiste né può esistere una richiesta di soffocamento delle tendenze del mercato. Siamo un’associazione di imprenditori. Siamo invece determinati e convinti che la competizione economica e la concorrenza debbano esistere nell’ambito di regole generali e condivise, senza zone franche. Per questo, mentre accettiamo la prima versione della BER, che si è limitata a parziali deroghe della normativa antitrust nell’ambito marittimo, non condividiamo che tali deroghe per gli armatori vengano estese alla logistica terrestre, inclusi i regimi concessori portuali. Su questo sosteniamo convintamente le posizioni espresse in sede europea da Feport, l’associazione dei terminal operator europei.
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