L’agenzia per il transhipment a Cagliari non prende il largo e i lavoratori protestano
La strada verso la costituzione di un’agenzia pubblica per il transhipment e per la riqualificazione professionale dei lavoratori nel porto industriale di Cagliari sembra essere ancora in salita ma le organizzazioni sindacali non si arrendono. Uiltrasporti Sardegna in una nota esprime “fortissima preoccupazione per il persistere delle incertezze sul futuro occupazionale e professionale dei lavoratori […]
La strada verso la costituzione di un’agenzia pubblica per il transhipment e per la riqualificazione professionale dei lavoratori nel porto industriale di Cagliari sembra essere ancora in salita ma le organizzazioni sindacali non si arrendono. Uiltrasporti Sardegna in una nota esprime “fortissima preoccupazione per il persistere delle incertezze sul futuro occupazionale e professionale dei lavoratori del porto industriale di Cagliari, in Naspi da cinque mesi e senza prospettive concrete. Attendiamo da tempo – si legge – l’istituzione dell’Agenzia Portuale per la riqualificazione professionale e per il rilancio del transhipment a tutela delle professionalità in esubero delle aziende terminaliste ex art. 18 della Legge 84/94, come avvenuto in passato per l’analoga realtà di Taranto attraverso l’art 4 del D.L. 243/2016 convertito in Legge 18/2017”.
La comunicazione firmata dal segretario regionale William Zonca prosegue dicendo: “Auspichiamo che, finalmente, la costituzione dell’Agenzia del Transhipment trovi spazio nel prossimo decreto governativo. Siamo tuttavia fortemente preoccupati per le osservazioni che giungono dall’AdSP del Mare di Sardegna, confermati anche oggi nel corso di un incontro tenuto dalle organizzazioni sindacali con la Regione Sardegna e con la stessa Autorità, che paiono sollevare dubbi di applicabilità tra lo status dei lavoratori e l’Agenzia, e presunti alti costi di gestione a carico dell’AdSP, non presenti a Taranto. Sono motivazioni che fatichiamo a comprendere, che devono essere superate definitivamente al più presto, al fine di non compromettere la già precaria stabilità sociale del territorio”.
Più nel dettaglio, secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY, al Mit sarebbero arrivate osservazioni all’ufficio legislativo che rischiano di complicare il progetto. Si tratta di osservazioni che riguarderebbero una presunta incompatibilità dell’ingresso in agenzia degli ex impiegati amministrativi, e le conseguenti spese a carico della AdSP nell’ordine di 1,5 milioni di euro l’anno. Secondo i sindacati sono però osservazioni superabili e soprattutto poco comprensibili dal momento che nel caso dell’agenzia istituita a Taranto non sarebbero stati segnalati problemi in tal senso con conseguente iscrizione negli elenchi dell’agenzia per tutti i 540 ex dipendenti dell’allora Taranto Container Terminal. A Cagliari, invece, secondo la port authority guidata da Massimo Deiana, circa 40 ex dipendenti di Cict su 190 non potrebbero entrare nell’agenzia. Per loro dovrebbe in qualche maniera intervenire direttamente la stessa AdSP.
Un’altra osservazione che viene mossa riguarda l’impossibilità di transito dalla Naspi all’agenzia perché mancherebbe continuità lavorativa ma anche questo aspetto appare incomprensibile perché a Taranto, sempre secondo quanto rivelano fonti vicine ai sindacati, la costituzione dell’agenzia e il transito degli ex dipendenti Tct avvenne circa 10 mesi dopo il loro licenziamento e in una analoga situazione di Naspi/mobilità.
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