Quattro shipping company italiane firmano la Neptune Declaration per il cambio degli equipaggi
Oltre 300 soggetti – compagnie, associazioni, operatori di vario genere – hanno sottoscritto la Neptune Declaration, che si propone di richiamare l’attenzione sulle questioni umanitarie e le difficoltà che i marittimi devono affrontare a causa delle restrizioni implementate per controllare la pandemia da Covid-19. Alla dichiarazione – presentata in concomitanza con l’avvio dei lavori del […]
Oltre 300 soggetti – compagnie, associazioni, operatori di vario genere – hanno sottoscritto la Neptune Declaration, che si propone di richiamare l’attenzione sulle questioni umanitarie e le difficoltà che i marittimi devono affrontare a causa delle restrizioni implementate per controllare la pandemia da Covid-19. Alla dichiarazione – presentata in concomitanza con l’avvio dei lavori del World Economic Forum, quest’anno in forma virtuale – hanno aderito anche cinque società italiane (o con forti interessi italiani), ovvero d’Amico Società di Navigazione, il Gruppo Grimaldi, Ignazio Messina & C., Michele Bottiglieri Armatore ed Msc.
“Noi, i firmatari della Neptune Declaration sul benessere dei marittimi e il cambio dell’equipaggio, riconosciamo di avere una responsabilità condivisa per garantire che l’attuale crisi del cambio equipaggio sia risolta il prima possibile e per utilizzare questi insegnamenti come un’opportunità per costruire una supply chain marittima più resiliente” si legge nel testo.
Tra i firmatari compaiono Ap Møller – Mærsk, Bp, Bw, Cargill, Cosco, Dow, Euronav, Hapga Lloyd, Misc Group, Nyk, Rio Tinto, Shell, Trafigura, Unilever, Vale, nonché Bimco, Intercargo, Intermanager, Iacs, Ics, Iumi e Intertanko.
Compagnie, operatori e associazioni nel documento sostengono di riconoscere gli sforzi significativi messi in atto da organizzazioni internazionali, sindacati, società e governi per risolvere il problema, ma si dicono preoccupati che la situazione possa peggiorare con l’introduzione di nuove restrizioni ai viaggi a seguito delle nuove ondate di contagi. Secondo i firmatari, le autorità nazionali continuano infatti a vedere gli avvicendamenti dei marittimi come un rischio sanitario, senza però riuscire a implementare protocolli adeguati.
Per questo motivo nella Neptune Declaration sono esplicitate quattro richieste: che i marittimi siano riconosciuti come lavoratori essenziali e a loro sia data priorità nel ricevere il vaccino anti-Covid; che vengano creati protocolli sanitari d’eccellenza basati sulle best practices già in atto; che sia incrementata la collaborazione tra noleggiatori e armatori di navi per facilitare i cambi di equipaggio; che vengano garantite connessioni aerei tra i principali hub marittimi del mondo.
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