A Brindisi merci in calo del 10% nel 2020 ma crescono i rotabili
Nel 2020 il porto di Brindisi ha movimentato complessivamente oltre 6,7 milioni di tonnellate di merci, con una flessione del 10% rispetto all’anno precedente. Un calo, secondo la AdSP del Mare Adriatico Meridionale, più contenuto rispetto a una media nazionale che, sebbene non ancora calcolata in via ufficiale, si stima compreso tra il 20% e […]
Nel 2020 il porto di Brindisi ha movimentato complessivamente oltre 6,7 milioni di tonnellate di merci, con una flessione del 10% rispetto all’anno precedente. Un calo, secondo la AdSP del Mare Adriatico Meridionale, più contenuto rispetto a una media nazionale che, sebbene non ancora calcolata in via ufficiale, si stima compreso tra il 20% e il 15%.
La flessione va ricondotta in particolare al progressivo venire meno della domanda delle rinfuse solide (2.388 milioni di tonnellate movimentate, -20%) e più precisamente del carbone, per effetto del ridimensionamento delle attività produttive nel distretto industriale retrostante il porto. Tengono invece i prodotti liquidi, pari a 2,144 milioni di tonnellate, mentre registra addirittura un miglioramento il traffico dei rotabili che, con 117.627 unità, cresce dell’1,7 % sul 2019.
Secondo l’AdSP in particolare risulta in aumento il traffico di veicoli pesanti, che negli ultimi 5 mesi del 2020 ha visto movimentate mensilmente 2.000 unità in più rispetto all’analogo periodo del 2019.
Anche grazie a questo segmento di attività, nonostante l’azzeramento del traffico crocieristico, il porto di Brindisi durante lo scorso anno ha visto crescere il numero degli approdi, da 1.813 a 1.839 navi.
“Lo scalo messapico – ha commentato il presidente dell’AdSP del Mare Adriatico Meridionale, Ugo Patroni Griffi – ha grandi possibilità di sviluppare significativamente il traffico a corto raggio, delle autostrade del mare, nell’ambito delle geometrie logistiche infra-mediterranee. Possibilità che verranno supportate considerevolmente dai progetti di infrastrutturazione in cantiere e amplificate dalle ZES e dalla Zona Franca Doganale che daranno ulteriore impulso a investimenti imprenditoriali e import-export”.
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