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Carlone avverte: “Armatori interessati alle gare per il rimorchio portuale”
Genova – I timori degli armatori ‘rimorchiatoristi’ italiani di un tentativo di ‘invasione di campo’ straniera e armatoriale nel loro business sembra fossero fondati. In occasione della presentazione del bando di gara a rilevanza europea in via di pubblicazione per l’assegnazione dell’attività di rimorchio portuale nei porti di Savona e Vado Ligure, il comandante della […]
Genova – I timori degli armatori ‘rimorchiatoristi’ italiani di un tentativo di ‘invasione di campo’ straniera e armatoriale nel loro business sembra fossero fondati. In occasione della presentazione del bando di gara a rilevanza europea in via di pubblicazione per l’assegnazione dell’attività di rimorchio portuale nei porti di Savona e Vado Ligure, il comandante della Capitaneria di porto di Genova e direttore marittimo della Liguria, Nicola Carlone, a specifica domanda di SHIPPING ITALY ha risposto così: “Su queste gare c’è forte interesse da parte degli armatori. Saranno procedure interessanti e stimolanti. Ci aspettiamo – ha aggiunto – che avremo da valutare diversi concorrenti”.
Un aspetto importante da sottolineare è quello per cui le gare non escludono la possibilità ai gruppi armatoriali di partecipare tramite loro controllate o partecipate (di inserire una clausole di questo genere si era parlato a Roma prima dell’emanazione delle linee guida del Mit ma alla fine è stato preferito evitare questa restrizione per timori di incompatibilità con le norme che regolano il libero mercato).
Ma chi sono questi player stranieri, alcuni di loro emanazione di gruppi armatoriali, interessati al servizio di rimorchio in alcuni porti italiani? Alcuni sono importanti player già attivi all’estero come Smit, Boluda, Kotug e altri, ai quali si aggiungono poi altre aziende parte di gruppi armatoriali attivi ad esempio nel trasporto marittimo di container. E’ il caso ad esempio della neocostituita Med Tug, parte del Gruppo Msc, così come di Svitzer, società parte di AP Moller Maersk (che alcuni anni fa si era affacciati alla gara nel porto di Trieste). A queste potrebbe anche aggiungersi qualche ‘outsider’ come Psa Marine, società di rimorchio portuale attiva a Singapore e parte dello stesso gruppo Psa che gestisce i terminal container Psa Genova Prà, Psa Sech e Psa Venice.
Sul fatto che questi nomi stiano guardando con interesse a tutte le gare che nel corso dei prossimi mesi verranno bandite in Italia non c’è dubbio, se, quanti, quali e in quale forma decideranno di farsi avanti è ancora tutto da capire. Per evitare guerre di ricorsi in tribunale e battaglie dalle quali uscire con le ossa rotte, non è nemmeno escluso che prendano forma nuove alleanze sia fra ‘rimorchiatoristi’ (alcuni soggetti italiani si sono recentemente consorziati per sbarcare in Grecia), sia fra ‘rimorchiatoristi puri’ e società estere, magari anche con quelle emanazione di armatori.
In Italia un esempio in tal senso già esiste per effetto del passaggio del 100% del Medcenter Container Terminal di Gioia Tauro a Terminal Investment Limited al 60% di Msc. Il concessionario del rimorchio portuale nello scalo calabrese, Con.Tug, è oggi al 50% in mano al Gruppo Scafi e per il restante 50% a Mct, società prima gestita da Contship Italia e poi passata interamente nelle mani di Msc.
Nicola Capuzzo