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Anche all’Usb non piace la definizione del Sech come settimo modulo di Genova Prà
Le parole di Roberto Ferrari, managing director di Psa Genoa Investments, a SHIPPING ITALY continuano a far discutere i lavoratori portuali. L’Unione Sindacale di Base (Usb) sezione porto di Genova ha messo nel mirino in particolare due frasi pronunciate dal manager portuale: “Al momento non ci sono le condizioni che prevedono il taglio di posti […]
Le parole di Roberto Ferrari, managing director di Psa Genoa Investments, a SHIPPING ITALY continuano a far discutere i lavoratori portuali. L’Unione Sindacale di Base (Usb) sezione porto di Genova ha messo nel mirino in particolare due frasi pronunciate dal manager portuale: “Al momento non ci sono le condizioni che prevedono il taglio di posti di lavoro” e “il Sech lo vediamo come un settimo modulo”.
“Non è accettabile” dice il sindacato in una nota. “Esigiamo che l’Autorità di sistema (portuale, ndr) intervenga in merito a questa dichiarazione di assorbimento di fatto di Sech in Psa Genova Prà. L’assorbimento non è previsto dai termini di legge. Sech e Psa GP sono titolari di una diversa concessione per la quale devono operare con risorse proprie e distinte. Alcune delle risorse aziendali possono essere condivise grazie al ‘contratto di rete’ che i due terminal hanno sottoscritto, ma limitatamente alle risorse di staff amministrativo a esclusione degli organici operativi/manutenzione”.
A onor del vero la frase sul Sech come ‘settimo modulo’ di Psa Genova Prà erano inserite in un ampio ragionamento utile a spiegare come, dal punto di vista operativo e commerciale, il gruppo Psa intende migliorare la propria offerta di servizi portuali ai vettori marittimi. Non è mai stato esplicitamente detto che Sech verrà inglobato dal terminal di Prà, anche se è chiaro che le due banchine dovranno in qualche maniera operare sinergicamente.
“Chiediamo che siano immediatamente resi noti ai sindacati e ai lavoratori i piani d’impresa e i relativi piani organici di Sech e Psa GP, previsti dalla legge, per verificare lo stato delle rispettive concessioni, gli obiettivi di traffico, i piani di investimento e i piani occupazionali” prosegue la nota di Usb. “In particolare – aggiungono – il piano di Sech risale al 2015 e non può non essere stato aggiornato dopo il cambio di proprietà in Gip, dopo la rottura della prevista coalizione con Msc Bettolo e dopo la concentrazione in Psa. Chiediamo che questi piani siano portati a conoscenza e alla discussione dei sindacati e dei lavoratori prima di qualsiasi condivisione di risorse e di programmi tra i due terminal”.