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Sempre più a rischio la pace sociale del porto di Genova: i portuali reagiscono alla lettera dei terminalisti
Nonostante la sezione Terminal operators di Confindustria Genova abbia provato a gettare acqua sul fuoco dicendo che “gli argomenti oggetto della lettera sono da tempo al centro del confronto tra terminalisti e Autorità di Sistema portuale” e che “la decisione di non trasmettere formalmente la lettera conferma la volontà di tutti i terminalisti di ritrovare, al […]
Nonostante la sezione Terminal operators di Confindustria Genova abbia provato a gettare acqua sul fuoco dicendo che “gli argomenti oggetto della lettera sono da tempo al centro del confronto tra terminalisti e Autorità di Sistema portuale” e che “la decisione di non trasmettere formalmente la lettera conferma la volontà di tutti i terminalisti di ritrovare, al di là delle tensioni del momento, un punto di equilibrio nei rapporti tra i soggetti coinvolti” il vaso di Pandora ormai è stato aperto. Mentre la port authority per ora rimane in silenzio, a parlare ci hanno pensato i lavoratori portuali della Culmv per mezzo dei propri rappresentanti sindacali.
“I terminalisti stanno mettendo in discussione l’organizzazione del lavoro nel porto di Genova, che in tempi pre-pandemia ha permesso di ottenere risultati record per lo scalo genovese, oltre che tenere l’operatività ad alti livelli con grande senso di responsabilità e sacrificio di tutti lavoratori portuali” si legge in una lettera firmata da Enrico Ascheri e Enrico Poggi (Filt Cgil), Mauro Scognamillo e Massimo Rossi (Fit Cisl) e Roberto Gulli e Duilio Falvo (Uiltrasporti).
Dicono di essere venuti a conoscenza “prima dagli organi di stampa e da una lettera firmata da tutti i terminalisti aderenti a Confindustria, contenente attacchi pesanti, che gli stessi operatori mettono in discussione molti atti e accordi che in questi anni sono stati frutto anche di percorsi sindacali e di sacrificio da parte di tutti i lavoratori”. Dicendosi preoccupate per questa posizione dei terminalisti e per il comportamento adottato nei confronti dei propri dipendenti, “rendendo il luogo di lavoro difficile”, i sindacati confederali “hanno deciso di convocare per martedì in tarda mattina l’attivo unitario dei delegati del porto di Genova per prendere una decisione sulle iniziative più opportune da intraprendere”.
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti “chiederanno al prefetto di Genova un incontro alla presenza di tutte le istituzioni genovesi affinché intervengano per impedire che Confindustria rompa la pace sociale. Viste le gravi accuse fatte direttamente all’AdSP Mar Ligure Occidentale, al suo presidente nonché ai suoi predecessori, e indirettamente anche ai membri del vecchio comitato portuale e delle commissioni consultive, le scriventi hanno dato mandato ai propri legale di verificare la possibilità di azioni legali nei ci fronti degli autori della lettera”.
Sul tema è intervenuta anche l’Unione Sindacale di Base – sezione porto di Genova con una lettera aperta indirizzata “ai padroni del porto di Genova” che in conclusione dice: “Voi volete mano libera. Le vostre parole d’ordine sono autoproduzione e automazione, noi le traduciamo con bassi salari e disoccupazione. La corda (quella della Pace Sociale) si sta spezzando, siete sicuri che con il c–o per terra ci finiscono solo i lavoratori?”.