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Corsica Ferries vince in tribunale sulla continuità marittima: in arrivo 86 mln da Collectivité de Corse
Corsica Ferries alla fine ha avuto ragione e per i contributi pubblici indebitamente versati nelle casse dei suoi competitor per presunti obblighi di servizio pubblico previsti dalla continuità territoriale marittima con la Francia le fruttano ora un risarcimento di 86 milioni di euro. E’ stata la stessa compagnia di navigazione guidata da Pierre Mattei ad […]
Corsica Ferries alla fine ha avuto ragione e per i contributi pubblici indebitamente versati nelle casse dei suoi competitor per presunti obblighi di servizio pubblico previsti dalla continuità territoriale marittima con la Francia le fruttano ora un risarcimento di 86 milioni di euro.
E’ stata la stessa compagnia di navigazione guidata da Pierre Mattei ad annunciarlo spiegando che così si è espresso in secondo grado di giudizio il tribunale amministrativo di Marsiglia. Il caso riguardava l’obbligo di servizio pubblico marittimo (délégation de service public) nel periodo di tempo compreso fra gli anni 2007 – 2013 durante i quali la Corsica ha sovvenzionato con 35 milioni di euro all’anno per 7 anni i delegati al servizio di trasporto passeggeri (Sncm).
“La Commissione Europea e poi la Corte di Giustizia, la più alta corte in Europa, hanno stabilito che questi aiuti di Stato, raccolti per coprire i periodi di punta durante la stagione turistica, non compensano alcuna reale esigenza di servizio pubblico e hanno fornito un indebito vantaggio ai delegati rispetto alla concorrenza” spiega Corsica Ferries. “Il tribunale ha stimato l’importo di queste sovvenzioni ingiustificate in 220 milioni di euro in 7 anni e ha ordinato alla società all’epoca delegata di rimborsare la Collectivité de Corse. La quale Collectivité è stata poi condannata dal tribunale amministrativo di Bastia a pagare 84,3 milioni di euro a Corsica Ferries a titolo di risarcimento del danno subito”.
A seguito di successiva impugnazione e udienze si è arrivati al 25 gennaio scorso quando, sulla base di un’ultima perizia, l’importo del risarcimento era stato stimato al rialzo per una somma superiore a 90 milioni di euro. La Corte d’appello amministrativa di Marsiglia ha oggi infine sentenziato che la Collectivité de Corse dovrà pagare 86 milioni di euro a Corsica Ferries a titolo di risarcimento del danno subito.
Pierre Mattei, presidente di Corsica Ferries, ricorda che questo pronunciamento non spunta fuori dal cappello magico ma è il risultato di un lungo dibattimento processuale dove ciascuna delle parti ha potuto esporre le proprie tesi. Oltre a ciò ha aggiunto che il governo dell’isola ha avuto poi molto tempo per rimediare questi errori che peseranno sule tasche della popolazione corsa.
Corsica ferries sottolinea infatti che il Tribunale amministrativo di Bastia, con sentenza del 7 gennaio scorso relativa al DSP 2017-2019, ha confermato ancora una volta il divieto di sovvenzionare il trasporto passeggeri tra Marsiglia e la Corsica ed è in linea con la Commissione Europea, che dal 2013 ha condannato questi aiuti definendoli contrari alla normativa europea e alla libera concorrenza. Nonostante ciò, la Collectivité de Corse continua ad andare contro la legge lanciando DSP con trasporto passeggeri agevolato e che esclude sistematicamente Corsica Ferries dai bandi di gara”.
Mattei conclude dicendo: “Per la PSD marittima 2021-2022 non si è nemmeno preoccupata di avviare trattative con Corsica Ferries che è stata, ancora una volta, il miglior offerente con una proposta del 60% più economica. Su un periodo di tempo di 22 mesi la nostra offerta avrebbe consentito un risparmio di quasi 100 milioni di euro di denaro pubblico. Se ad ogni DSP la fatturazione in eccesso è di 100 milioni di euro e la Collectivité de Corse CdC deve anche pagare un risarcimento per ostacolare la libera concorrenza, il conto diventa davvero troppo alto per i corsi”.
In Italia diverse compagnie di navigazione concorrenti di Tirrenia Cin guardano con interesse al caso di Corsica ferries e si dicono pronte a seguire la stessa strada per chiedere allo Stato italiano il risarcimento dello stesso danno subito con riferimento alle rotte che non necessitavano di sovvenzioni pubbliche.