Sciopero al porto di Genova il prossimo 5 marzo: “Dai terminalisti un atto incomprensibile”
“Tanto tuonò che piovve: i portuali vanno alla mobilitazione”. Questa la prima riga della comunicazione con cui Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti annunciano che “si è svolto questa mattina l’attivo unitario dei delegati del porto di Genova” con “al centro della discussione l’ordine del giorno sulla ormai famosa lettera che i terminalisti locali hanno […]
“Tanto tuonò che piovve: i portuali vanno alla mobilitazione”. Questa la prima riga della comunicazione con cui Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti annunciano che “si è svolto questa mattina l’attivo unitario dei delegati del porto di Genova” con “al centro della discussione l’ordine del giorno sulla ormai famosa lettera che i terminalisti locali hanno rivolto all’autorità di sistema portuale per scardinare l’attuale assetto dell’organizzazione del lavoro nello scalo genovese”.
Dalla discussione è emersa la necessità “di un’azione forte e incisiva in risposta alle affermazioni vergognose presenti nella missiva. I lavoratori e le organizzazioni sindacali intendono contrastare l’intento dei terminalisti di sovvertire regole e accordi che fino ad oggi hanno permesso al porto di operare anche nel pieno della pandemia. La discussione è proseguita evidenziando diverse problematiche di vivibilità all’interno dei terminal che si ripercuotono anche sul tema della sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro: la tensione creata da alcuni operatori mina le relazioni sindacali e il benessere dei lavoratori”.
Al termine dell’assemblea i delegati hanno deciso all’unanimità di approvare la proposta delle segreterie, ovvero la proclamazione di uno sciopero di 24 ore per venerdì 5 marzo.
Le stesse sigle sindacali in un’altra nota dicono che “quanto avvenuto sembra un ‘Pastiche’: una lettera consegnata a mano al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale – forse nell’intento di non darle troppa enfasi – e con un taglio riservato, reso poi noto addirittura a mezzo stampa. Al di là del metodo, a sconcertare è il contenuto. In pratica la missiva contesta punto per punto l’accordo quadro sottoscritto a dicembre scorso anche dagli stessi firmatari della lettera, accordo che per sua stessa definizione presume una mediazione tra le parti con reciproca soddisfazione”.
I rappresentanti dei lavoratori dicono che “con quell’intesa, terminalisti, Autorità e Compagnia Unica hanno convenuto di chiudere una pagina e aprirne una nuova che guarda al futuro, senza nascondersi le difficoltà, ma con grande senso di responsabilità da parte di tutti e soprattutto dei lavoratori”.
Cgil, Cisl, e Uil, sostenendo lo sciopero dei portuali del prossimo 5 marzo proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, aggiungono infine che “la pace sociale, costruita su equilibri che oggi sembrano essere messi, irresponsabilmente da parte di alcuni, in discussione, non è per sempre ed è basata su equilibri molto fragili: le energie di tutti devono essere dirette a costruire il futuro del nostro porto, a partire dalle infrastrutture, dalla nuova diga e da tutto ciò che può consentire alla nostra città di agganciare il treno per il futuro. Rendere questo percorso in salita è da irresponsabili”.
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