Questi di seguito sono invece gli interventi mirati all’aumento della capacità portuale offerta da alcuni scali italiani.
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In queste ore circola una versione sintetica e in lingue inglese del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza che il Governo Draghi si appresta a inviare alla Commissione Europea entro la scadenza del 30 aprile prossimo. L’Europa poi si prenderà tre mesi di tempo dal giorno della presentazione per approvare (o meno) i progetti e […]
In queste ore circola una versione sintetica e in lingue inglese del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza che il Governo Draghi si appresta a inviare alla Commissione Europea entro la scadenza del 30 aprile prossimo. L’Europa poi si prenderà tre mesi di tempo dal giorno della presentazione per approvare (o meno) i progetti e rendere disponibili i relativi fondi.
Rispetto all’ultima versione di inizio gennaio (quando ancora era in carica il Governo Conte-bis) il capitolo intitolato “Intermodalità e logistica integrata” è rimasto pressoché invariato così come le voci di spesa complessive (3,68 miliardi di euro). Resiste la nuova diga di Genova (500 milioni), così come i progetti del porto di Trieste (385,5 milioni), gli interventi di cold ironing nei porti (950 milioni) e ci sono poi anche Uirnet e lo Sportello Unico Doganale.
Gli altri interventi volti a migliorare l’accessibilità nautica riguardano Vado Ligure, Marina di Carrara, Civitavecchia, Napoli, Salerno, Brindisi, Taranto, Manfredonia, Palermo, Catania e Venezia. Investimenti specifici sono poi indirizzati all’incremento di capacità negli scali di La Spezia, Venezia, Trieste, Ravenna, Napoli, Salerno, Cagliari, Brindisi e Trapani, mentre gli interventi sull’ultimo miglio stradale e ferroviario riguardano Venezia, Trieste, Civitavecchia, Ancona, Napoli e Salerno. Il quarto raggruppamento di stanziamenti per l’incremento dell’efficienza energetica riguarda gli scali di Messina, Milazzo, Villa San Giovanni e Reggio Calabria.
Questo nel dettaglio l’elenco dei progetti riguardanti i vari porti italiani:
Questi di seguito sono invece gli interventi mirati all’aumento della capacità portuale offerta da alcuni scali italiani.
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