Giovannini racconta il Pnrr menzionando anche il rinnovo delle flotte navali
Il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims), Enrico Giovannini, di fronte alle Commissioni riunite Ambiente (VIII) e Trasporti (IX) della Camera, ha parlato in audizione per presentare le linee programmatiche del suo dicastero anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza del 16 marzo scorso. Il ministro […]
Il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims), Enrico Giovannini, di fronte alle Commissioni riunite Ambiente (VIII) e Trasporti (IX) della Camera, ha parlato in audizione per presentare le linee programmatiche del suo dicastero anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza del 16 marzo scorso.
Il ministro ha premesso che gli interventi finanziati con il Pnrr “dovranno contribuire a realizzare gli obiettivi relativi alla transizione ecologica e digitale, alla resilienza e alla sostenibilità, riducendo le disuguaglianze e aumentare la competitività”. Coerente con i principi dell’agenda 2030 e le strategie dell’Ue è il cambio di denominazione del Ministero che “corrisponde a una visione di sviluppo orientato verso tutte le dimensioni della sostenibilità. Non a caso sono riconducibile al Mims 40 dei 169 target dell’agenda 2030”.
Lo stesso ritiene che la ripresa del Paese dipende dalla dotazione infrastrutturale e dall’efficienza dei sistemi a rete. Per questo gli investimenti “devono produrre ricadute occupazionali, ma anche favorire la competitività dell’economia del nostro Paese. Trasformare le infrastrutture e il sistema dei trasporti è indispensabile anche per realizzare l’obiettivo della riduzione dei gas serra entro il 2030 e della decarbonizzazione entro il 2050, in quanto i settori dei trasporti e dell’edilizia contribuiscono per più della metà nella produzione dei gas climalteranti”.
Giovannini ha indicato due direttrici: la prima orientata alle necessità immediate (tra le urgenze vi è la finalizzazione del Pnrr e il completamento di dossier di grande rilevanza sistemica per il settore dei trasporti), la seconda direttrice deve orientare le scelte future per la realizzazione di infrastrutture più resilienti. Trasversale rispetto alle linee di azione indicate sarà l’impegno sulle semplificazione procedure amministrative.
Il Ministro ha indicato anche la nuova organizzazione del Ministero che si articola in tre dipartimenti: il dipartimento per la programmazione e le infrastrutture, il dipartimento per le opere pubbliche e le risorse umane e strumentali e il dipartimento per i trasporti e la navigazione.
Nella bozza del Pnrr le risorse assegnate al Mims ammontano a 48 miliardi di euro (di cui 32 miliardi aggiuntivi) e sono così ripartite: Missione 2 – 13,2 miliardi (idrogeno, TPL, edifici pubblici, idrico); Missione 3 – 32 miliardi (ferroviarie, messa in sicurezza, porti, aeroporti, logistica; Missione 5 – 2,8 miliardi (rigenerazione urbana, housing sociale).
La lettura trasversale delle misure inserite nel Piano è basata su quattro punti: Mezzogiorno costituisce una priorità; Aree urbane; Sostenibilità e resilienza delle infrastrutture e dei sistemi a rete sono centrali nel Pnrr che comporta investimenti in (fra gli altri) rinnovamento del parco rotabile con acquisto di nuovi treni e flotta navale, realizzazione del piano nazionale cold ironing e del piano green ports.
I menzionati stanziamenti per il rinnovo della flotta navale, però, risulta siano stati esclusi dalle ultime bozze di Piano da fine 2020 in poi quantomeno dal capitolo relativo a porti e trasporti. Sono ricomparsi però nella scheda M2 (“Rivoluzione verde”) dove si trova uno stanziamento da 500 milioni di euro per il rinnovo della flotta navale impegnata nel trasporto pubblico locale italiano. Nel Pnrr è scritto che “la flotta navale italiana del trasporto pubblico è composta da 51 unità con un’età media di 34,3 anni: solo 5 unità navali hanno meno di 25 anni e solo 3 unità navali hanno meno di 15 anni”. L’obiettivo operativo della misura è “rinnovare il 25 % della flotta navale totale per il trasporto pubblico locale acquistando unità navali a basse emissioni e a emissioni zero (ad esempio
veicoli marini alimentati a GNL, elettrici o a idrogeno)”.
Più nel dettaglio nel Pnrr si legge ancora: “Il costo totale della misura è di 500 milioni di euro: l’acquisto di 12 traghetti ro-ro e ro-ro pax per circa 30 milioni di euro e l’acquisto di 10 unità navali ad alta velocità (aliscafi) per circa 14 milioni di euro. La misura sarà attuata fornendo sostegno alle imprese di trasporto pubblico regionale e locale mediante l’adozione di un piano di appalto ad hoc a livello centrale per l’acquisto di unità navali. Al fine di raggiungere l’obiettivo della misura, sarà istituita a livello nazionale una “cabina di direzione centrale” con l’obiettivo di monitorare l’attuazione del piano: sosterrà, tra l’altro, la definizione di modelli di appalto (gare d’appalto), la sottoscrizione di contratti e l’agevolazione delle economie di scala su base nazionale. Popolazione bersaglio: Le nuove unità navali sono assegnate alle autorità regionali e le navi saranno gestite dagli operatori di servizio all’interno del territorio degli enti locali individuati”.
Durante la replica alle domande dei deputati, Giovannini sul tema dei porti e delle città inquinate dall’utilizzo dei motori delle navi, il Ministro ha detto che cercherà di capire se ci sono risorse aggiuntive per questi interventi. Domani (18 marzo) terrà un incontro con le Autorità portuali.
Interessante anche il passaggio dove, sul tema del project financing, il Ministro ha indicato che sta per istituire una commissione per le nuove forme di finanziamento di infrastrutture sostenibili con il coinvolgimento della Bei.
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