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I portuali di Civitavecchia invocano più lavoro e chiedono un cantiere navale per le grandi navi
Più container, un nuovo cantiere navale per servire anche le grandi navi da crociera, maggiore coesione per ottenere risorse pubbliche e sperabilmente la soluzione della vertenza che riguarda i gruisti della società Cgt. Il tutto volto a trovare nuovi stimoli per l’occupazione nel porto di Civitavecchia che è uscito con le ossa rotte dal 2020. […]
Più container, un nuovo cantiere navale per servire anche le grandi navi da crociera, maggiore coesione per ottenere risorse pubbliche e sperabilmente la soluzione della vertenza che riguarda i gruisti della società Cgt. Il tutto volto a trovare nuovi stimoli per l’occupazione nel porto di Civitavecchia che è uscito con le ossa rotte dal 2020.
Sono questi in sintesi i temi affrontati durante la conferenza stampa indetta dalla Compagnia portuale di Civitavecchia e dal sindacato Filt Cgil in occasione della quale è stato ribadito, nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno, che “il presidente dell’AdSP Pino Musolino avrà al suo fianco tutti i lavoratori del porto”.
Proprio il segretario territoriale della Filt Cgil, Alessandro Borgioni, durante il suo intervento ha chiesto che si torni a considerare, nell’ambito della nuova Darsena Energetica Grandi Masse, la realizzazione di un nuovo polo della navalmeccanica. “Ad oggi il progetto non è entrato nei fondi del Pnrr, non è fra le priorità del governo. Come esiste a Palermo, però, servirebbe anche a Civitavecchia aprire un cantiere attrezzato per assistere anche le grandi navi da crociera e contribuire a risolvere in questo modo un problema occupazionale” sono state le parole di Borgioni. Che poi ha aggiunto: “Parlo di un sito specializzato, evitando di creare doppioni con quanto già esiste e offrendo servizi per aumentare l’occupazione”.
Il rappresentante della Filt Cgil ha anche chiesto di “fare squadra” sulla vertenza dei lavoratori di Cgt in difficoltà perché “quella vicenda potrebbe essere un primo caso di ciò che potrebbe succedere in futuro nel porto di Civitavecchia”.
Il vicepresidente della Compagnia Portuale Civitavecchia, Patrizio Scilipoti, di fronte a questo appello non si è tirato indietro (si parla di far assorbire quei lavoratori dalla Compagnia) ma ha precisato che una loro assunzione può avvenire solo a fronte di un accordo sottoscritto con l’impresa portuale Traiana. “Non possiamo prendere decisioni al buio” ha sottolineato Scilipoti, che a proposito di rilanciare l’indotto occupazionale del porto ha richiamato anche e soprattutto la necessità di aumentare i traffici di container.
Il presidente della Compagnia Portuale Civitavecchia, Enrico Luciani, ha rivelato che nel 2020 è stato da loro registrato “un calo delle entrate di oltre il 60% per effetto della pandemia” per cui il rilancio delle attività portuali è un aspetto prioritario. “Proprio mentre il nuovo presidente Musolino stava cercando di mettere mano alla prima questione, vale a dire il bilancio dell’ente, gli è caduta addosso la valga di esposti presentati dal presidente uscente (Alfredo Maria di Majo, ndr)”. Luciani ha paragonato queste scelte ad azioni come “bruciare i granai o inquinare i pozzi” prima di fuggire da un luogo per impedire a chi rimaneva in loco di sopravvivere. Criticata è stata anche l’azione dell’ex segretaria generale Roberta Macii, tornata nel frattempo all’AdSP di Livorno, e del neo presidente dello stesso ente toscano, Luciano Guerrieri, che a Civitavecchia è stato negli anni scorsi “membro del Tavolo di partenariato della risorsa mare in rappresentanza di un’associazione di armatori”.
La priorità secondo Luciani è ora quella di attivarsi, “ci auguriamo anche con il supporto della regione Lazio, per avere in anticipo i milioni di euro che l’articolo 199-bis del Decreto Rilancio consente di destinare alle imprese e alle compagnie portuali in difficoltà” e che finora non è stato possibile erogare perché ogni avanzo dell’ente laziale è vincolato al fondo rischi per contenziosi ancora in atto con alcuni terminal operator.
N.C.