Giacomo Gavarone: “Formazione come chiave per l’occupazione dei marittimi italiani”
La formazione oggi costituisce una delle sfide più importanti per le imprese armatoriali, che solo con il costante aggiornamento delle competenze possono stare al passo con i costanti sviluppi tecnologici e operativi delle navi, ma anche per i marittimi. In particolare per quelli delle nuove generazioni, perché solo con competenze funzionali ai fabbisogni delle imprese […]
La formazione oggi costituisce una delle sfide più importanti per le imprese armatoriali, che solo con il costante aggiornamento delle competenze possono stare al passo con i costanti sviluppi tecnologici e operativi delle navi, ma anche per i marittimi. In particolare per quelli delle nuove generazioni, perché solo con competenze funzionali ai fabbisogni delle imprese potranno avere concrete opportunità di lavoro e sviluppo professionale.
Lo ha evidenziato oggi (23 marzo 2021, ndr) Giacomo Gavarone, Presidente del Gruppo Giovani Armatori di Confitarma, nel corso di una videoconferenza organizzata dalle università di Genova, Università degli studi di Napoli Parthenope, Messina e Bari nell’ambito dei Comitati di indirizzo Classe L28 Scienze e Tecnologie della Navigazione.
Gavarone ha lodato l’istituzione di questi percorsi di studio “perché con essi si intende soddisfare la richiesta di alcune importanti compagnie di navigazione di poter avere figure di bordo apicali in possesso di diploma di laurea”. Il presidente dei Giovani Armatori ha evidenziato inoltre la necessità di “un rapporto sinergico e di confronto attivo fra armamento, scuola/università e amministrazioni competenti in tema di formazione marittima”. Più nel concreto Gavarone ha parlato dell’opportunità di prevedere all’interno dei percorsi di studio il periodo di imbarco di 12 mesi necessario a ottenere le certificazioni Stcw che consentono di lavorare a bordo delle navi.
Fondamentale infine “portare finalmente a compimento la riforma del collocamento della gente di mare, inattuata dal lontano 2006, per avere finalmente un quadro certo del numero, delle qualifiche e delle certificazioni possedute sia dai marittimi occupati, sia da quelli disoccupati e, più in generale, della situazione del mercato del lavoro marittimo, garantendo al settore uno strumento efficace di incontro fra la domanda e l’offerta di lavoratori marittimi italiani”.
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