“Amianto sulle ex navi da crociera di Cmv, illegale il trasferimento per demolizione”
Lo stop alle crociere causato dalla pandemia ha indotto molte compagnie a smantellare navi anche molto recenti, ma se alcuni operatori – come Carnival e Pullmanntur – hanno fatto “scelte responsabili”, altri hanno preferito indirizzare le proprie unità verso i cantieri sub standard del Sud Est asiatico arrivando persino a “esportare illegalmente materiali tossici come […]
Lo stop alle crociere causato dalla pandemia ha indotto molte compagnie a smantellare navi anche molto recenti, ma se alcuni operatori – come Carnival e Pullmanntur – hanno fatto “scelte responsabili”, altri hanno preferito indirizzare le proprie unità verso i cantieri sub standard del Sud Est asiatico arrivando persino a “esportare illegalmente materiali tossici come l’amianto”.
Questo sarebbe stato – secondo quanto ricostruito da Ngo Shipbreaking Platform – il caso di tre navi che in passato hanno fatto parte della flotta della britannica Cruise & Maritime Voyages, così come di una quarta unità che si trova proprio in queste ore in navigazione verso l’India.
In particolare Marco Polo e Magellan, rilevate tramite asta giudiziaria lo scorso ottobre da CW Kellock & Co e poi trasferite ad Alang, secondo la Ong, avrebbero avuto a bordo grandi quantitativi di amianto, e pertanto la loro esportazione a fine vita dal Regno Unito verso paesi non Ocse (quali appunto l’India) sarebbe stata una violazione del Regolamento Europeo sui rifiuti, della Convenzione di Basilea e delle equivalenti leggi nazionali.
Questo perché – spiega Ingvild Jenssen, direttore dell’organizzazione, la gestione di tali materiali deve avvenire “in stabilimenti in grado di proteggere i propri lavoratori, usare in modo sicuro i sistemi di sollevamento, limitare gli agenti inquinanti e smaltire i materiali pericolosi in linea con la normativa internazionale”.
L’organizzazione riferisce di avere pertanto allertato le autorità britanniche sia per quel che riguarda queste due navi, sia relativamente alla Astor, altra unità in passato parte della flotta di Cmv, finita in un cantiere di Aliaga. “Pur essendo la Turchia un paese Ocse” – spiega la Ong – c’è il dubbio che il trasferimento sia avvenuto senza che fossero stati richiesti i permessi necessari.
Ancora in corso infine è il caso della Columbus, un’altra nave da crociera in passato parte della flotta di Cmv poi rilevata all’asta da CW Kellock & Co. La nave ha appena lasciato la Grecia in direzione di Alang, dove – si sospetta – sarà demolita. “Continueremo a seguire da vicino la Columbus e a chiedere alle autorità britanniche e greche di punire efficacemente i crimi ambientali”.
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