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Marina di Carrara: alcuni terminal merci lasceranno spazio alle crociere nel nuovo assetto futuro
La nuova proposta di Piano regolatore portuale per lo scalo di Marina di Carrara è stata illustrata questa mattina dal presidente della competente AdSP del mar Ligure Orientale, Mario Sommariva, e dal segretario generale, Francesco Di Sarcina, e prevede un ridisegno significativo degli spazi e delle attività in banchina. I vertici della port authority hanno […]
La nuova proposta di Piano regolatore portuale per lo scalo di Marina di Carrara è stata illustrata questa mattina dal presidente della competente AdSP del mar Ligure Orientale, Mario Sommariva, e dal segretario generale, Francesco Di Sarcina, e prevede un ridisegno significativo degli spazi e delle attività in banchina. I vertici della port authority hanno in primis evidenziato come questa nuova proposta preveda una diminuzione di circa 110.000 metri quadrati (-23,2%) della superficie di piazzali e banchine rispetto al progetto di Prp del 2015 e una diminuzione di circa 17.000 mq (-4,4%) rispetto al vigente Prp del 1981. Al netto di ciò i nuovi spazi da dedicare ad attività mercantili, cantieristica e crocieristica saranno certamente maggiori rispetto allo stato attuale dello scalo carrarino.
Dai rendering e dalle informazioni presentate emerge chiaramente come la parte ovest del porto (banchine Taliercio e Chiesa) verrebbe completamente dedicato a nuove funzioni portuali a indirizzo passeggeri e leisure (crociere e diporto) con un nuovo lungomare che dalla terraferma arriverebbe fin sopra la diga foranea (destinata a essere prolungata per meglio proteggere l’imboccatura). Tutti i traffici commerciali verrebbero trasferiti lato terra presso le attuali banchine Fiorillo, Buscariol e presso il piazzale Città di Massa. Il ridisegno delle banchine a uso commerciale prevede anche la realizzazione di una nuova darsena a est (parallela) rispetto alla banchina Fiorillo e tutto lo scalo avrebbe pescaggi di circa 12 metri. Due sarebbero i bacini per l’evoluzione delle navi: uno nell’avamporto e l’altro nel cuore attuale dello scalo.
Il presidente della port authority Mario Sommariva ha spiegato che la vocazione dello scalo rimarrebbe la stessa, dunque rotabili (Grendi in particolare), merci varie (F2i) e container e break bulk (Mdc Terminal). “Siccome ci sono già concessioni di lungo termine i traffici attesi saranno lo sviluppo di quelli attuali” ha commentato. Evidenziando che “i pescaggi di 12 metri sarebbero più che sufficienti per uno scalo che ha la missione di servire trafficci intra-Mediterranei con navi fino a 200 metri circa”.
Sommariva ha posto l’accento in particolare sui tempi di approvazione del Piano regolatore portuale che rischiano di essere molto lunghi (8 anni). Sarebbe invece più ragionevole un periodo di 2 – 3 anni ma molto dipende dalle altre istituzioni coinvolte nell’iter di approvazione (in primis il Comune di Carrara). “Serve un forte consenso di opinione. Il porto deve generare sviluppo e lavoro per il futuro, il tutto in maniera sostenibile. Il porto di Carrara serve per il territorio e per il suo sviluppo? Io credo di sì, ma se la risposta fosse no prepariamoci a una decrescita infelice, di declino e di degrado urbano ulteriore”.
N.C.