Il piano per salvare Moby: 5 navi e 2 immobili da vendere, newbuilding da inglobare e 2 mln da Onorato
Il gruppo Moby ha depositato al tribunale di Milano il Piano e la proposta di concordato preventivo in continuità con contestuale istanza ai sensi dell’art. 167 della legge fallimentare. Nel documento integrale che SHIPPING ITALY ha potuto visionare si legge che, come ormai ampiamente noto, Europa Investimenti Spa, società del gruppo Arrow capital Plc, è […]
Il gruppo Moby ha depositato al tribunale di Milano il Piano e la proposta di concordato preventivo in continuità con contestuale istanza ai sensi dell’art. 167 della legge fallimentare. Nel documento integrale che SHIPPING ITALY ha potuto visionare si legge che, come ormai ampiamente noto, Europa Investimenti Spa, società del gruppo Arrow capital Plc, è l’investitore che contribuirà alla realizzazione del salvataggio.
Nelle premesse è scritto che, “sebbene le interlocuzioni con i creditori sociali abbiano indotto il management a confidare fino alla fine del mese di febbraio 2021 di poter addivenire a un accordo capace di garantire il miglior soddisfacimento per tutti i creditori, l’estenuante braccio di ferro negoziale proseguito sin dall’inizio delle trattative con taluni bondholders facenti parte dell’ad hoc group, ha costretto il management di Moby a optare per la soluzione concordataria che, pur essendo meno celere, e soprattutto meno vantaggiosa per l’intro ceto creditorio, consente tuttavia alla società di preservare la continuità aziendale e garantire il mantenimento dei livelli occupazionali”.
Il piano prevede la “cessione di taluni beni che il management considera non più funzionali all’esercizio dell’impresa” e più nel dettaglio prevede che l’adempimento delle obbligazioni concordataria avvenga mediante: i flussi che deriveranno dalla continuità aziendale sulla base del piano industriale 2021-2025; la vendita della divisione rimorchiatori (alla Rimorchiatori Riuniti Panfido) da attuarsi in un momento successivo all’eventuale ammissione della società al concordato preventivo; la vendita delle navi Moby Aki, Moby Wonder, Pietro Manunta, Giuseppe Sa e Moby Tommy; la vendita degli immobili di proprietà della società in Piazza San Babila 5 a Milano e nel Comune di Olbia; l’apporto che il socio Onorato Armatori Srl si è impegnato a effettuare in favore dei creditori finanziari della società per l’importo di 2 milioni di euro e infine ovviamente il pagamento dei creditori.
Moby dunque propone il pagamento integrale dei crediti prededucibili, dei creditori assisiti dai privilegi di cui all’art.552 cod. nav.”, dei creditori assistiti da privilegio generale sui beni facenti parte del patrimonio della società. Gli altri creditori sono suddivisi in tre classi: la prima composta da quelli “assistiti da privilegio speciale ipotecario e pignoratizio nei cui confronti è previsto il pagamento nei limiti della capienza dei beni su cui insiste il privilegio”, la seconda costituita dai creditori finanziari con privilegio speciale sui beni della società di cui la proposta prevede la soddisfazione minima al 13% e massima al 19% entro 48 mesi dall’omologa del concordato, la terza classe composta da tutti i restanti creditori commerciali chirografari che saranno soddisfatti nella misura minima pari al 15% e massima del 21% delle rispettive pretese sempre entro 48 mesi.
Il riassunto delle attività del gruppo Onorato Armatori controllato per l’84% da Vincenzo Onorato e guidato dal figlio Achille nel ruolo di amministratore delegato ricorda che la flotta è composta da 44 traghetti mentre 16 sono i rimorchiatori.
Il paragrafo dedicato alle cause che hanno portato alla crisi in cui versa attualmente l’azienda ripete quanto già illustrato la scorsa estate quando venne depositata la domanda di concordato al tribunale di Milano.
Dalle carte si apprende che il 29 gennaio 2021 era stata avanzata alle banche e agli obbligazionisti l’ultima proposta di accordo di ristrutturazione ai sensi dell’art.182-bis L.F. con un nuovo piano industriale e la relativa manovra finanziaria. Questa manovra più precisamente prevedeva “che venisse perfezionata l’operazione di cessione a terzi del ramo d’azienda di Moby relativo ai rimorchiatori e ricondurre nel perimetro delle due società in questione tutti gli asset rilevanti facenti capo al Gruppo Onorato, la cessione in favore di Moby, al prezzo simbolico di 1 euro, delle azioni della F.lli Onorato Armatori attualmente parte dei contratti di costruzione e acquisto di due navi cinesi di ultima generazione”.
Per quanto concerne gli istituti di credito, esposti per complessivi 162,9 milioni di euro (assistiti da garanzie ipotecarie sulla flotta Moby e fino all’importo di 77 milioni di euro su quella di Cin, la proposta formulata da Moby a gennaio prevedeva due scenari alternativi: 1) l’adesione a un accordo 182-bis L.F. con un accordo a saldo e stralcio del 30% del valore dei crediti vantati oppure 2) un accordo che prevedeva il pagamento per cassa all’omologa del 15% del credito e l’accollo, da parte di un soggetto appositamente costituito dall’investitore (Europa Investimenti) di un ulteriore 60,5% del debito ipotecario con rimborso entro il 31 dicembre 2024 e riconoscimento di un tasso d’interesse pari al 2% annuo. In favore delle anche sarebbero state inoltre concesse garanzie ipotecarie di primo grado su tutte le navi facenti capo a Moby oltre che su Bithia e Raffaele Rubattino, nonché di secondo grado sulle navi che, in esecuzione dell’accordo di ristrutturazione che Cin auspicava di riuscire a raggiungere con Tirrenia in A.S. sarebbero state ipotecate in favore di quest’ultima (Sharden, Nuraghes e Vincenzo Florio). L’accettazione del secondo scenario avrebbe consentito alle banche di recuperare una somma pari a circa il 75,5% del credito vantato dalle stesse al 31 dicembre scorso.
Nei confronti dei bondholders, invece, esposti con Moby per complessivi 332 milioni di euro circa, assistite da garanzie ipotecarie sulla flotta Moby e, fino all’importo di 77 milioni sulla flotta Cin, la proposta avanzata prevedeva un accordo saldo e stralcio con riconoscimento del 30% del credito vantato da ciascun obbligazionista subordinato all’accettazione da parte di una quota non inferiore al 75% degli obbligazionisti e all’omologazione dell’accordo ex art.182-bis L.F. In alternativa agli obbligazionisti era stata anche proposta una dilazione dei pagamenti a fronte di una più elevata percentuale di soddisfacimento che prevedeva il reinvestimento di una percentuale pari al 25% del valore nominale dei tioli obbligazionari, la sottoscrizione di uno strumento di debito emesso da Europa Investimenti che prevedesse il rimborso pari passu rispetto al debito bancario in misura pari al 75% dei crediti, il riconoscimento del 10% dei proventi della newco e l’attribuzione di uno strumento di cosiddetto preferred equity emesso dalla società del valore nominale di 30 milioni con diritto di riacquisto esercitabile entro il 31 dicembre 2024 dagli attuali azionisti e un diritto di vendita entro la stessa data. Tutta questa proposta non è stata però accolta dagli obbligazionisti e Moby ha perso così la speranza di raggiungere la soglia del 60% di creditori necessario per seguire la strada della ristrutturazione ex art.182-bis L.F.
L’ultimo capito del documento rivela infine che Moby chiede al tribunale di Milano la conclusione di un accordo transattivo con la sua controllata Cin finalizzata all’integrale recupero del credito vantato da Moby. Più nel dettaglio si legge: “Nell’ambito del percorso di ristrutturazione intrapreso dalla controllata Cin e al precipuo scopo di superare le difficoltà finanziarie che la stessa sta attraversando, è stato infatti proposto a Moby di concludere un accordo transattivo volto, da un lato, a disciplinare le modalità di soddisfacimento del credito vantato da quest’ultima, per complessivi Euro 9.336.169 rinvenienti da moli maturati e non pagati per i mesi di novembre 2020, dicembre 2020 e gennaio 2021, e dall’altro a risolvere consensualmente le scritture private concluse dalla società con la sua controllata Cin in data 3 luglio 2019 e relative al futuro subnoleggio delle motonavi ‘Hull no.18121002’ e ‘Hull no. 18121004’, il cui impiego non rientra più nei progetti di tale ultima società, essendo venuta meno l’ipotesi di fusione tra la stessa e Moby e non essendo più contemplato nel Piano di ristrutturazione dalla stessa predisposto”. In forza di tale accordo Cin si è impegnata pagare a Moby 4,6 milioni entro il 31 agosto 2022 e altrettanto entro il 31 agosto 2023in virtù di questo accordo transattivo datato 28 marzo 2021 “sospensivamente condizionato all’imprescindibile autorizzazione del tribunale”.
Nicola Capuzzo
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