Refitting da Fincantieri a Trieste per la nave Laura Bassi prima del debutto artico
Sosta tecnica da Fincantieri per un refitting tecnico-scientifico, e poi di nuovo al largo, questa volta in direzione dell’Artico. È il programma che attenderà la Laura Bassi, la rompighiaccio di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste, nei prossimi mesi. La nave (la cui gestione armatoriale è affidata ad Argo Srl) […]
Sosta tecnica da Fincantieri per un refitting tecnico-scientifico, e poi di nuovo al largo, questa volta in direzione dell’Artico. È il programma che attenderà la Laura Bassi, la rompighiaccio di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste, nei prossimi mesi.
La nave (la cui gestione armatoriale è affidata ad Argo Srl) è arrivata nello scalo giuliano stamattina, di ritorno dalla sua seconda campagna in Antartide. Sempre a Trieste sarà sottoposta nello stabilimento di Fincantieri (l’Arsenale Triestino San Marco) a un intervento di completamento del suo equipaggiamento scientifico per lo studio e l’esplorazione dell’ecosistema marino.
Al termine delle operazioni, della durata di circa 2 mesi, la Laura Bassi partirà quindi per la sua prima campagna scientifica in Artico, che pure avrà durata di due mesi.
Nel dettaglio la nave verrà dotata di “nuove strumentazioni che la renderanno ancora più performante nelle campagne scientifiche e di conseguenza più attrattiva per il sistema della ricerca nazionale e internazionale”. Tra queste, spiega una nota di Fincantieri, “due nuovi sistemi di mappatura tridimensionale del fondale marino, degli ecoscandagli scientifici con cui poter mappare banchi di pesce fino a profondità abissali” e di “sistemi che permettono di vedere all’interno della terra per oltre 3.000 metri”. Verranno inoltre installati sistemi di campionamento e carotaggio del fondo marino e strumenti che misurano le correnti in profondità mentre la nave è in navigazione.
“Il refitting – ha spiegato Agostino Vidulli, Direttore dell’Atsm di Fincantieri – comporterà delle autentiche sfide sotto il profilo ingegneristico”, dato che si procederà con “l’asportazione di una porzione del fondo dello scafo di circa 40 metri quadri e la ricostruzione della stessa annettendo una struttura sommersa per l’alloggio delle strumentazioni di ricerca”.
L’operazione – ha aggiunto l’Ad Giuseppe Bono- “rappresenta un forte riconoscimento delle nostre capacità. Ogni progetto che riguardi unità destinate a operare specificamente ai poli, gli ambienti marini più estremi del pianeta, richiede infatti i più alti standard tecnologici che l’industria possa esprimere, e ciò vale soprattutto per una nave all’avanguardia come la Laura Bassi”.
L’intervento, spiega ancora la nota, è reso possibile grazie a contributi del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra) e dello stesso Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – Ogs, che per questo ha ricevuto un finanziamento specifico dal Ministero.
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