Michele Bottiglieri Armatore si protegge dall’attacco dei creditori con un concordato prenotativo
La società Michele Bottiglieri Armatore Spa ha comunicato di “avere depositato in data 13 aprile 2021 ricorso c.d. prenotativo finalizzato all’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti o di un concordato preventivo con continuità aziendale”. La shipping company partenopea aggiunge che “la misura si è resa necessaria a seguito dell’iniziativa, recentemente adottata dal fondo […]
La società Michele Bottiglieri Armatore Spa ha comunicato di “avere depositato in data 13 aprile 2021 ricorso c.d. prenotativo finalizzato all’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti o di un concordato preventivo con continuità aziendale”. La shipping company partenopea aggiunge che “la misura si è resa necessaria a seguito dell’iniziativa, recentemente adottata dal fondo Pillarstone, di chiedere il fermo della nave Mba Giuseppe nelle acque territoriali della provincia canadese del Quebec”. La stessa nota precisa infine che “l’apertura della procedura innanzi al Tribunale di Napoli consentirà alla Michele Bottiglieri Armatore Spa di avvalersi della protezione accordata dalla legge al fine di preservare i valori aziendali, inclusa la Mba Giuseppe, dall’attacco di singoli creditori nell’interesse dell’intera platea degli stakeholder”.
L’attacco sferrato pochi giorni fa dal fondo d’investimenti Pillarstone, che ha chiesto e ottenuto la detenzione della nave bulk carrier Mba Giuseppe della quale è creditore ipotecario, è arrivata dopo molti mesi di negoziazioni infruttuose fra le parti (nelle quali è coinvolta anche Dea Capital).
Con questa mossa l’armatore Michele Bottiglieri ha ‘calciato la palla in tribuna’ e avrà più tempo per pianificare un piano di ristrutturazione da sottoporre ai creditori in tribunale traguardando la continuità aziendale della sua società.
Ad oggi l’azienda è proprietaria di una flotta composta da cinque unità portarinfuse secche, di cui una con relativo finanziamento ancora in mano a Mps. La società già a fine 2018 aveva portato a termine con successo una ristrutturazione del debito ex art.67 legge fallimentare per un’esposizione da oltre 100 milioni di dollari con diversi istituti di credito (Mps, Mps Capital Services, Mps Leasing, Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Bper Banca) con un riscadenziamento del debito attraverso un piano di rimborso maggiormente flessibile che però si è arenato quando, a inizio 2020, il mercato dry bulk dello shipping ha vissuto mesi di grande sofferenza. Nei primi mesi dello scorso anno Michele Bottiglieri aveva chiesto una moratoria sul rimborso dei finanziamenti da 75 milioni di dollari e da quel momento aveva interrotto il pagamento della quota capitale dei crediti. Per questa ragione da mesi andavano avanti trattative fra le parti.
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