Codacons all’attacco del Rina per presunte certificazioni irregolari: nel mirino almeno 15 navi
Il primo capitolo è stato un articolo del Fatto Quotidiano pubblicato sabato 22 maggio; il giorno dopo l’attacco forse ancora più duro è stato invece sferrato dal Codacons, l’associazione per la difesa dei consumatori che ha messo nel mirino soprattutto il Gruppo Rina. Al punto che verrà chiesto proprio dal Codacons il sequestro immediato delle […]
Il primo capitolo è stato un articolo del Fatto Quotidiano pubblicato sabato 22 maggio; il giorno dopo l’attacco forse ancora più duro è stato invece sferrato dal Codacons, l’associazione per la difesa dei consumatori che ha messo nel mirino soprattutto il Gruppo Rina. Al punto che verrà chiesto proprio dal Codacons il sequestro immediato delle navi coinvolte nell’indagine e presentata un’istanza urgente al Ministero dei trasporti e alle Autorità di sistema portuale di tutta Italia.
Il tutto nasce da un’intercettazione fra due dipendenti di Costa Crociere risalente probabilmente al 2012 e agli atti in uno dei filoni d’inchiesta (quello sulle certificazioni navali) innescati dall’incidente della nave Jolly Nero della flotta Messina che fece crollare la Torre Piloti. In una di queste intercettazioni si sente un tecnico di Costa dire a una collega (del dipartimento legale) che le prove a mare della nuova nave Costa Fascinosa possono essere fatte in modo più o meno approfondito a seconda della convenienza e che “il Rina fa ciò che vuole Fincantieri”. La nuova nave Costa Fascinosa è stata consegnata nella primavera del 2012.
Questa intercettazione resa pubblica dal Codacons (ascoltabile a questo link) evidenzierebbe secondo l’associazione “l’abuso d’ufficio e la corruzione dei controllori”. In una nota pubblicata sul proprio sito web il Codacons scrive: “Dopo le gravi irregolarità emerse nell’ambito dell’indagine della Procura di Genova su Rina (Registro navale italiano), con le certificazioni sulla sicurezza della navi da crociera che sarebbero state falsificate e aggiustate anche dopo stragi e incidenti navali gravissimi, scende in campo il Codacons, che chiedo il blocco di tutte le imbarcazioni coinvolte nell’inchiesta della magistratura”.
La comunicazione prosegue dicendo: “Presenteremo domani (lunedì 24 maggio, ndr) una istanza urgente al Ministero dei trasporti e alle autorità portuali di tutta Italia chiedendo di porre sotto sequestro le navi coinvolte nell’indagine della Procura di Genova”. Secondo l’associazione che tutela i diritti dei consumatori l’inchiesta della magistratura (con 47 indagati fra esponenti del Rina e della Guardia costiera) riguarderebbe numerose imbarcazioni fra cui la Caribbean Fantasy; la Mega Andrea, Mega Smeralda e Mega Express Five (Corsica Ferries), El Venizelos, Silver Pearl, Sundaisy, Aurora D., Sardinia Regina, Epsilon, Iver Bitumen, Levante, Vos Thethys, Reina Christina, Mamitsa.
“Navi che ora, a tutela della sicurezza dei passeggeri, devono essere bloccate nei porti in attesa dei dovuti accertamenti. Non solo. In favore degli italiani che hanno viaggiato su tali mezzi, il Codacons chiederà i nominativi di tutti i passeggeri che hanno effettuato crociere sulla navi oggetto di indagine, al fine di consentire loro di costituirsi parte offesa nell’inchiesta della Procura e chiedere un risarcimento qualora dovessero essere confermati gli illeciti contestati a Rina” aggiunge l’associazione.
Sui controlli eseguiti da Rina sulle navi da crociera, secondo il Codacons alcune intercettazioni emerse nell’ambito dell’inchiesta sul naufragio della Costa Concordia potrebbero far emergere irregolarità.
Il Gruppo Rina ha prontamente risposta con una nota nella quale rispedisce al mittente ogni accusa dicendo: “L’iniziativa del Codacons è quantomeno temeraria dal punto di vista legale. L’intercettazione è del 2013, già ampiamente diffusa, e non vede coinvolto nessun dipendente Rina: probabilmente anche per questo non è mai stata utilizzata in sede giurisdizionale”. Il Rina precisa inoltre di non essere mai stata coinvolta nelle indagini sulla Costa Concordia e Norman Atlantic e che le indagini della Procura su alcune presunte irregolarità in altri casi non sono ancora concluse: “Non è la prima volta che il Codacons avanza richieste fantasiose nei nostri confronti” conclude il Rina.
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